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martedì 28 giugno 2016

#cinema: Addio Bud Spencer, gigante buono del cinema italiano

Ieri pomeriggio se n'è andato un pezzo della storia del cinema italiano, il "gigante buono" che tutti noi ricordiamo con affetto fin dall'infanzia, un personaggio poliedrico e quanto mai sottovalutato: ieri pomeriggio è morto Bud Spencer, o meglio Carlo Pedersoli, classe 1929, partenopeo, la metà del mitico duo storicamente formato con Terence Hill.


Tutti noi lo ricordiamo per la celeberrima sequenza "doppio sganassone potente - pugno in testa", ma Bud è stato molto di più: protagonista di una carriera lunga ed eclettica nella quale, accanto ai film più popolari, ha interpretato thriller (diretto da Dario Argento in Quattro mosche di velluto grigio), si è misurato con il cinema d'autore con Ermanno Olmi e persino con il dramma di denuncia civile con Torino nera di Carlo Lizzani.
Per non parlare della sua carriera di sportivo: come nuotatore è stato il primo italiano a scendere sotto il minuto nei 100 metri stile libero, oltre ad essere stato più volte campione italiano di nuoto a stile libero e in staffetta. 

Insieme, Bud Spencer e Terence Hill hanno scritto momenti indimenticabili del cinema italiano: dalla serie indimenticabile degli "Spaghetti western" all'avventura comica, un duo che ha fatto sganasciare dalle risate diverse generazioni di giovani (e diversamente giovani).

Tante esperienze, tanti successi, una lunga vita fatta di tante soddisfazioni ma condita anche da un pizzico di amarezza per non esser stato abbastanza considerato da quel mondo del cinema in cui era entrato un po' per caso, finendo poi per dedicargli una vita intera; aveva infatti dichiarato alla stampa nazionale: "In Italia io e Terence Hill semplicemente non esistiamo, nonostante la grande popolarità che abbiamo anche oggi tra i bambini e i più giovani. Non ci hanno mai dato un premio, non ci invitano neppure ai festival".

Ma d'altronde si sa, nello showbusiness va avanti soltanto chi sgomita, chi si impone senza tanti scrupoli e lui, nonostante i cazzotti volati in quantità sul grande schermo, nella realtà quotidiana era veramente un gigante buono e gentile, forse troppo, in un mondo di serpi.

E il modo in cui se n'è andato lo testimonia, in silenzio, senza clamore, in punta di piedi, come annunciato dal figlio Giuseppe: "Papà è volato via serenamente alle 18.15. Non ha sofferto, aveva tutti noi accanto e la sua ultima parola è stata grazie".

Una serenità che aveva già manifestato in precedenza, come presagendo l'approssimarsi dell'ultimo viaggio: "Non temo la morte. Dalla vita non ne esci vivo, disse qualcuno: siamo tutti destinati a morire. Da cattolico, provo curiosità, piuttosto: la curiosità di sbirciare oltre, come il ragazzino che smonta il giocattolo per vedere come funziona. Naturalmente è una curiosità che non ho alcuna fretta di soddisfare, ma non vivo nell'attesa e nel timore. C'è una mia canzone che racchiude bene la mia filosofia: “Futtetenne”, ovvero fregatene".


E allora freghiamocene dei mancati riconoscimenti, e auguriamo a Bud l'unica cosa possibile: una scorpacciata di fagioli insieme agli angeli tra i quali, sicuramente, è finito. 




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