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mercoledì 15 febbraio 2017

#libri: Storia di un corpo, Daniel Pennac






Mangiare, dormire, evacuare (ebbene sì, scandalo supremo!), fare l'amore, ammalarsi, guarire, provare dolore, provare piacere: tutti fattori che diamo per scontati, catene logiche che seguono il principio di azione/reazione, processi apparentemente banali che il nostro corpo compie quotidianamente, da quando veniamo al mondo, con un sonoro vagito, al saluto estremo, più o meno eclatante e sofferto che sia.








E proprio questi processi sono alla base di Storia di un corpo, ennesimo capolavoro del genio creativo e inesauribile di Daniel Pennac, una storia puramente corporea elevata a poesia altissima, una lirica espressa in modo spesso prosaico, ma spaventosamente efficace.

Perché non c'è nulla di più meravigliosamente imperfetto della macchina del corpo umano, nulla di più umoralmente sublime, questo il messaggio, di portata fondamentale, che ci dona Pennac, con la curiosità e la tenerezza del suo sguardo attento e bonariamente indagatore, con l'amore con cui osserva questa variegata e fantasiosa umanità.

Un vero e proprio diario personale che non scivola mai nel sentimentale, un trattato di anatomia umana decisamente sui generis, il dono fatto da un padre all'amata figlia, il racconto di una vita osservata con indulgente divertimento: dalla prima infanzia, segnata dalla morte del padre e da una madre lontana dal sui ruolo canonico, alla giovinezza caparbia e vissuta fino in fondo, alla vecchiaia, quel tunnel che conduce inesorabilmente alla morte, una dipartita narrata con toni lievi, leggeri, come solo il professore più amato al mondo sa fare.

Perché non c'è vergogna nel corpo umano, nelle sue funzioni, solo bellezza, da custodire e raccontare senza falsi pudori.

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