Dopo anni di categorico rifiuto, dopo essermi eretta a pilastro morale anti-blogger-perché-fa-figo-e-lo-fanno-tutti, sono venuta meno al mio credo estremista e anticonvenzionale e ho ceduto al consiglio di un'amica speciale, che mi ha messo la pulce nell'orecchio come solo lei sa fare.
Perché, in fondo, non posso allietare anch'io il prossimo inondandolo di tormento personale, disgrazie apocalittiche e altrettanto apocalittiche paturnie fino a frantumargli gli zebedei, mi sono detta?!
Ma no, nel mio blog cercherò di limitare il malumore ai giorni di mestruo selvaggio, e mi dedicherò a tutto ciò che amo, e che cerco di coltivare dal giorno in cui ho cominciato a ragionare (più o meno...) ad oggi.
Qualche esempio?
- L'arte, in qualsiasi forma si esprima, dalla Gioconda leonardesca agli aspirapolveri in serie di Jeff Koons (sì, anche quella è arte, mi spiace deludervi...);
- la musica, spaziando tra generi e stili eterogenei, anche se il primo amore, quello per il metal e il rock, non si scorda mai;
- la fotografia, rigorosamente amatoriale: se c'è una cosa che adoro è guardare il mondo attraverso l'obiettivo della mia reflex, acquistata con fatica con il mio primo, misero e tanto agognato stipendio (son soddisfazioni!)
- i libri, che sono stati la mia prima, vera e grande passione, a partire dai 5 anni di età (se a 8 anni ho deciso di iniziare a leggere l'Odissea in versione integrale con testo greco a fronte, potrete ben capire che qualche sintomo di squilibrio l'ho manifestato fin dalla più tenera età). Vi avverto, in questo blog ne parlerò spesso, fino allo sfinimento, astenersi analfabeti e allergici alla carta stampata e al profumo di cellulosa e inchiostro (e anche un po' quelli che hanno tradito i libri in versione cartacea per questi benedetti e-book).
Forse qualcuno si chiederà il perché di questo nome un po' anomalo e soprattutto criptico per chiunque non sia piemontese o ligure, ma la realtà è molto semplice: la mansarda, perché è da qui che allieterò le vostre giornate, è qui che si trova la mia camera da letto-studio, una stanza splendida e tappezzata di libri, dal clima particolarmente piacevole in questa stagione estiva (ci aggiriamo sui 32 gradi fissi giorno e notte).
E i ravatti?! Cosa saranno mai? Si tratta di un termine dialettale che utilizziamo noialtri, gente di confine tra basso Piemonte e Liguria, pseudo-meticci che alterniamo il né al belin in maniera costante e quotidiana, e significa "cose varie e non ben precisate, un insieme di oggetti alla rinfusa tra i quali, qualche volta, possiamo scovare qualche piccolo tesoro".
In questo caso specifico, rovistando tra i miei ravatti troverete recensioni di libri vecchi e nuovi, fotografie e racconti dei miei viaggi (reali, immaginari o in cantiere per i momenti in cui il mio portafoglio peserà più di qualche grammo), approfondimenti su notizie inerenti il mondo della cultura in generale oltre, ovviamente, ai miei saltuari svarioni personali.
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