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lunedì 29 febbraio 2016

#RecensioniPerEsordienti: La Dittatura dello Zero Assoluto, Michele Marca

Venerdì 26 febbraio 2016: la data di nascita ufficiale del nuovo spazio dedicato esclusivamente agli scrittori esordienti, nato in collaborazione con il sito http://www.recensioniperesordienti.it/, che d'ora in avanti arricchirà La mansarda dei Ravatti con recensioni, focus e interviste agli autori che si affacciano per la prima volta nel variegato mondo letterario che noi lettori famelici tanto amiamo. 

Per chi di voi ancora non lo conoscesse, provvedete subito, mi raccomando: RecensioniPerEsordienti.it è un portale online nato dalla passione di un gruppo di ragazzi per la lettura, la scrittura e la narrativa, un team che ha tanta voglia di mettersi in gioco e diffondere la cultura nel web, un team ben consolidato di cui faccio parte anch'io, con grande piacere. 

E allora iniziamo la nostra avventurosa partnership, con la mia prima recensione di un giovane esordiente che promette decisamente bene: quest'oggi parliamo di "La dittatura dello Zero Assoluto" di Michele Marca: buona lettura!


Violenza, ansia, una sorta di paura indefinita ma ben percepibile che trascina il lettore in un vertiginoso vortice di terrore, in un crescendo di suspense che tiene incollati fino all'ultima pagina.       Così potremmo definire “La dittatura dello Zero Assoluto” (Eretica Edizioni, 2015), di Michele Marca, un breve romanzo a metà tra psicologico e horror, una trama originale e ben strutturata che è un continuo richiamo a grandi riferimenti letterari e cinematografici del passato e non solo: dal classico “1984” di George Orwell al filone del thriller psicologico di derivazione americana, strizzando l'occhio anche al cinema horror d'autore, in primis il riuscitissimo “Saw. L'enigmista” diretto nel 2004 da James Wan.

Ma veniamo a noi: il romanzo è ambientato in un futuro non ben definito, in un'epoca storica dove ci è permesso di comprendere che l'umanità è stata sottomessa ad una spietata dittatura, e dove libertà di parola, di pensiero e lo stesso diritto alla vita vengono prepotentemente messi in discussione, se non violati.
   Paradigma di questa situazione la scena centrale, che fa da fil rouge all'intera opera: sei prigionieri, rinchiusi all'interno di celle fatte di specchi infrangibili, imprigionati nella più completa solitudine, imbottiti di cocktail di psicofarmaci e soggetti ad ogni tipo di abuso, messi alla prova da un sadico, un “cattivo” senza possibilità di redenzione, “Il Burattinaio”.
   Infatti ognuno dei sei carcerati, durante i sei turni di prova previsti, dovrà scrivere una storia, talmente accattivante da stupire il Burattinaio e aver salva la vita; gli altri moriranno tra le più atroci sofferenze.
   Ma, come spesso accade, le cose non andranno proprio secondo il previsto.

Oltre alla trama avvincente, il grande pregio di questo romanzo sta sicuramente nell'accuratissima caratterizzazione dei personaggi: la descrizione fisica, spesso ripugnante, rispecchia appieno il completo degrado morale che aleggia per l'intera durata della storia, evidente denuncia di quel degrado, più sottile ma altrettanto subdolo e pericolo, che affligge la società moderna (e in questo il già citato riferimento ad Orwell viene spontaneo).
 
Ne “La dittatura dello Zero Assoluto” non c'è spazio per la pietà, per la solidarietà fra vittime di uno stesso destino, c'è soltanto il bisogno di sopravvivere, e talvolta muore anche quello.
   Insomma, nel complesso un romanzo che suscita le più disparate emozioni, che infastidisce volutamente il lettore, lo spaventa, e al tempo stesso lo fa riflettere: la cattività rende ferina la natura umana, ma non ottiene forse lo stesso risultato anche il bombardamento mediatico, la concorrenza spietata nel mondo del lavoro, l'abuso della tecnologia, la graduale perdita dei rapporti umani che affligge questo mondo così 2.0?

Per altre recensioni visitate anche il portale http://www.recensioniperesordienti.it/, e continuate a seguire l'angolo contrassegnato dall'hashtag #RecensioniPerEsordienti, ne vedrete delle belle!


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