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venerdì 10 giugno 2016

#cinema: Evil Selfie, quando un autoscatto può essere... fatale

Classe ’88, ternano doc, faccia pulita da bravo ragazzo, ma è tutto un trucco: oggi conosciamo meglio insieme Eros Bosi, giovane attore e filmaker umbro che, a dispetto dell’aspetto apparentemente tranquillo, possiede in realtà una passione sfrenata per i film horror, di cui è regista e interprete ormai da diversi anni.


Ma parliamone direttamente con lui: Eros, chi sei? Presentati in breve, cercando di attirare su di te l’attenzione di quei pessimi elementi dei lettori di TheMacGuffin.it.

Allora, tanto per cominciare sono da sempre un cinefilo incallito, non amo solo gli horror, anche se è sicuramente il mio genere preferito, ma guardo con piacere e colleziono praticamente ogni tipologia di film in DVD. Vado pazzo anche per i film comici all’italiana, in particolare con Pippo Franco, Tomas Milian, Adriano Celentano e Lino Banfi.

Oltre al cinema, tra le mie passioni c’è senz’altro quella musicale: stravedo per le chitarre elettriche distorte, mi posso definire un rockettaro/metallaro scatenato, ma non disdegno affatto nemmeno l’elettronica anni ’80. 

Abbiamo detto che sei un “film-horror-dipendente”: come nasce la tua passione per il mondo cinematografico, ma soprattutto per il genere più truculento che c’è?

Beh, innanzitutto permettetemi una riflessione: spesso sono molto più truculenti i film sulla malavita, sulle bande di quartiere, come accade in Arancia meccanica o ne I guerrieri della notte. Stessa cosa vale per i polizieschi e i film d’azione: mi è capitato recentemente di vedere Il grande racket, pellicola particolarmente violenta, ma di grande qualità.

Detto questo, la passione per il truculento ce l’ho da quando avevo 11 anni, l’illuminazione mi ha colto dopo aver visto Vampires di John Carpenter; da lì ho iniziato a divorare horror a manetta, tutte le settimane controllavo quale film dell’orrore davano in TV e li registravo. D’altronde, da un accanito lettore di Dylan Dog cos’altro potevate aspettarvi? 

Per quanto riguarda la passione per questo mondo, più in generale, nel 2008 ho iniziato a lavorare sul set di Porta per l’inferno di Lorenzo Buscaino e da lì la passione, ma soprattutto il desiderio di fare cinema, hanno iniziato a prendere forma. Sono partito dallo staff per arrivare prima al ruolo di attore principale e poi di regista.

Sei un ragazzo di provincia, nato in una zona d’Italia apparentemente lontana dai grandi centri di produzione cinematografica, come Roma e Milano: come sei riuscito ad affermarti in questo settore, è stata dura?

Tutto sommato Roma è abbastanza vicino a Terni, dista circa 100 km, infatti spesso mi reco nella Capitale per fare da comparsa in alcuni film. In realtà non è stata dura affermarmi nel settore perché a Terni ci sono molti film-maker, si tratta di una città molto viva sotto questo punto di vista. E pensare che avrebbe potuto evolversi ancora di più nell’ambito cinematografico, grazie agli studi di Roberto Benigni che ormai, purtroppo, non sono più attivi da anni.

Ma veniamo al motivo principale per cui siamo qui ad intervistarti: l’uscita del tuo ultimo corto, Evil Selfie, un comedy horror sul quale ci devi assolutamente svelare qualche dettaglio in più. Come ti è venuta l’idea? E la scelta di genere, a metà tra orrore e ironia: quale componente prevale maggiormente?

Siccome subisco molto il fascino delle creepy photos, letteralmente “fotografie che fanno paura”, il tutto è nato dal desiderio di realizzare un film su uno spettro che appare improvvisamente tra due fidanzati proprio in un selfie, così con l’occasione ho sfruttato anche la crescente e inarrestabile moda degli autoscatti. L’idea di mescolare orrore e ironia è molto frequente nei film d’orrore, anche nel mio film precedente, Circondato dalle tenebre, sono presenti scene che scivolano a tratti nella commedia, come quella girata in un bar o quella di sapore fetish. E poi un horror/commedia ha il pregio di spaventare e far ridere allo stesso tempo.



Leggendone la trama, possiamo intuire una certa critica, piuttosto aspra, all’uso/abuso della tecnologia ai giorni nostri. Considerando il crescente numero di persone che, ogni anno, ci restano secchi per immortalarsi in selfie spericolati sul bordo di scogliere e precipizi, come darti torto, in effetti…

Infatti il messaggio che vorrei dare è proprio di critica alla dipendenza dallo smartphone, al fatto che, oggigiorno, siamo ossessionati dai selfie e dai social network; ne siamo tutti un po’ malati, io per primo, lo ammetto.

Quanto impegno c’è dietro questo film (parliamo di tempistiche, difficoltà incontrare sul set, etc. etc)? Hai qualche aneddoto in merito da raccontarci?

Avendo lavorato con uno staff dalla provenienza decisamente variegata (Luca Alessandro da Roma e Luigi Nappa da Caserta), in effetti è stata dura trovare un fine settimana in cui fossero tutti presenti, attori, fotografi di scena, truccatori e così via. In realtà, il primo week end di lavorazione è stato un disastro, siamo riusciti a girare veramente poco.


Ma, fortunatamente, non tutto il male viene per nuocere poiché, anche grazie a Luca Alessandro, sono riuscito a coinvolgere alla lavorazione del film Alex Visani e due amici, Diletta Vedovelli, attrice professionista, e un effettista speciale di tutto rispetto, Pasquale Miele, che hanno dato man forte al mio film. Oltre a questo, per il ruolo di Isabella ho voluto la bravissima Chiara Palombi, ruolo che inizialmente doveva andare a Serena Meloni, l’attrice narnese che in Circondato dalle tenebre interpreta Irene, impegnata su un altro set proprio in quei giorni.




Ironia, suspense, paura: qual è il segreto per miscelare al meglio questi ingredienti, e come tenere accesa la curiosità (e l’adrenalina) dello spettatore?

Realizzando delle scene di iniziale calma e tranquillità, per poi sconvolgere il tutto con uno scoppio improvviso di paura e suspense, il tutto condito da una buona dose di ironia. Insomma, stupire lo spettatore, spiazzarlo, questo è il segreto. 

Quanto c’è della tua Umbria nelle ambientazioni di questo film? Al lettore medio magari non fregherà una cippa, ma io ci sono stata in vacanza l’anno scorso e me ne sono innamorata, per cui la domanda la inserisco lo stesso!

C’è c’è, infatti ho scelto una location immersa nel verde per la scena principale, a ulteriore dimostrazione che l’Umbria, oltre ad essere bellissima, è veramente il cuore verde dell’Italia.

Volevo tenere la domanda clou per la fine, ma non tengo più, lo ammetto: come ca… spita hai fatto a piazzare Gene Gnocchi nel cast?! Per carità, tutti attori giovani ma di tutto rispetto, ma Gene è Gene, un mito! Com’è nata questa vostra conoscenza/amicizia?


L’ho conosciuto nel febbraio 2010 dopo lo spettacolo The legend is Back che ha fatto al Teatro Verdi per gli eventi Valentiniani, ci siamo conosciuti ma non siamo rimasti in contatto. Circa tre anni dopo, dopo aver stretto amicizia col figlio Ercole su Facebook, mi è stato chiesto di inviargli il DVD di La mano infernale e Gene, di sua volontà, lo ha recensito in un video, candidandosi addirittura per un ruolo da interprete in un mio futuro film (“Se vi serve un attore stagionato esperto di horror io ci sono assolutamente”, queste le sue parole). Inizialmente credevo scherzasse, ma poi non ho perso occasione per farlo partecipare ad Evil Selfie, dove lo vedrete in un cammeo decisamente inaspettato…



Per quanto riguarda la tua carriera, abbiamo detto che hai lavorato in diverse vesti, in pellicole come il tuo film precedente, Circondato dalle tenebre, e ancora ne La mano infernale (2012) e nella commedia fantascientifica Passepartout – Tutte le porte sono aperte (2013), entrambe di Lorenzo Buscaino: meglio davanti o dietro la videocamera? Quale ruolo senti più tuo?

Io nasco come attore ma amo entrambi i ruoli, mi danno grande soddisfazione e mi stimolano a dare sempre il meglio.

Qual è stata la tua miglior esperienza lavorativa sul set? Hai lavorato con attori esordienti o anche con professionisti già noti?

Ovviamente quella di Circondato dalle tenebre, che mi ha donato l’emozione di vedere per la prima volta realizzato un soggetto interamente nato da me. In Evil Selfie ho recitato al fianco di Diletta Vedovelli, bravissima attrice professionista, e un po’ di inferiorità rispetto al suo talento l’ho percepita chiaramente. Diletta ha tre anni meno di me, ma molta più esperienza. Oltre a questo, ho recitato due volte accanto ad attori noti a livello nazionale: in due puntate di Al di là del lago, nel 2010, dove interpretavo il ruolo del carabiniere, insieme ad Alessandro Partexano e Roberto Farnesi, e l’anno successivo, sul set de La vita che corre (2012), accanto a Flavio Parenti

Per quanto riguarda la diffusione di Evil Selfie, abbiamo letto che verrà proiettato in occasione del festival cinematografico horror Narnia Terror Night 2016, e farà parte del progetto collettivo 17 Dopo Mezzanotte: di che si tratta?

Esatto, si tratta di un lungometraggio ideato da Davide Pesca che unisce vari cortometraggi di registi vari. Il primo capitolo, 17 a mezzanotte, è uscito due anni fa, ma il suo successo non accenna a scemare.

Sogni, progetti per il futuro? Insomma, dacci anche qualche anticipazione gustosa…

Sicuramente continuerò a girare film horror, ma mi piacerebbe provare anche altri generi e, perché no, anche un film romantico. Attualmente mi sto concentrando sulla promozione di Evil Selfie e del Narnia Terror Night – Speciale Dylan Dog, in occasione dei trent’anni dall’uscita del mio fumetto preferito, evento che si terrà all’Arena di Via delle rose di Narni Scalo (Terni) il prossimo 23 luglio 2016. 

Chiudiamo l’intervista con la consegna di rito: convinci i lettori di TheMacGuffin.it a non perdersi il tuo corto per nulla al mondo, in una manciata di poche, pregnanti parole!


Amici lettori, non perdetevi il mio corto Evil Selfie, anzi sostenetelo iscrivendovi alla pagina Facebook, perché ridere fa bene alla salute (e qui si ride, eccome!). Spaventarsi un po’ meno, ma sono dettagli… 

"Questo articolo è apparso sul TheMacGuffin.it. Per gentile concessione".
http://www.themacguffin.it/focus/evil-selfie-un-autoscatto-puo-fatale/

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