Chi l'ha detto che le presentazioni dei libri si tengono in auditorium, librerie, saloni formali e affini?
Assolutamente no, le presentazioni dei libri si possono tenere anche in una pasticceria, com'è successo lo scorso venerdì, in occasione della nascita del volumetto "Non solo Tannenbaum", scritto da Patrizia Ferrando, giornalista e scrittrice locale di Arquata Scrivia.
La location, il bar pasticceria Carletto di Novi Ligure, storico locale che vanta la miglior cioccolata del novese, con tanto di deliziosi pasticcini annessi; l'argomento, il Natale, ça va sans dire, e più nello specifico il simbolo per eccellenza di queste festività, l'albero di Natale.
Un piccolo libro che nasce dalla voglia di divertirsi e dalla voglia di raccontare un argomento tanto amato dall'autrice, che ha scelto volontariamente di tralasciare l'argomento "presepe", eccessivamente ampio, che avrebbe meritato un volume a parte.
Una chiacchierata piacevole e salottiera, intima e gioiosa, che si è aperta con il racconto della genesi della passione per la scrittura che caratterizza Patrizia, con l'immagine di lei bambina, di appena 5 anni, e del suo rapporto particolare con le fiabe: tanto amate alcune, quanto fonte di disagio altre, una su tutte
"La piccola fiammiferaia".
Una bimba che amava raccontare a sua volta le fiabe, modificandone il finale a proprio piacimento, manifestando già in tenera età una notevole propensione per la scrittura, e una fervida immaginazione (se vi siete incuriositi, sappiate che nella sua nuova versione la piccola fiammiferaia veniva salvata e portata in una casa con un bellissimo albero... vi dice nulla?).
Patrizia, di origini genovesi, inizia il suo excursus dalla versione più tradizionale dell'albero di Natale, quello fatto con alloro e ginepro, per arrivare al classico e intramontabile abete (compreso quello sintetico), che lei ogni anno decora seguendo un tema ben preciso e sempre diverso.
Esatto, avete capito bene: un albero di Natale che diventa sinonimo di albero della vita, che contiene e racchiude tutte le testimonianze della vita e della famiglia dell'autrice, come accade a tutti noi, che conserviamo gelosamente veri e propri cimeli familiari, talvolta anche molto antichi, splendido pretesto per ricordi e momenti di bellissima condivisione.
Tornando all'albero tematico, Patrizia ce ne propone davvero di ogni tipologia, da lei stessa realizzati nel corso degli anni, tra cui i temi Vittoriano, con angeli, country, patchwork, con mele e corteccia, provenzale, toscano, Shabby Chic, musicale, steampunk, rockabilly, suq, boudoir, ecopelliccia, fattoria e moltissimi altri, tutti da scoprire.
Ma quando è nata questa passione? "Ho preso il controllo dell'albero di Natale di casa - ricorda scherzosamente l'autrice - durante la quarta Ginnasio, quando ho proposto il mio primo albero strano, se così si può definire, ovvero quello a tema musicale, che amo particolarmente. Da lì ho iniziato ogni anno a cercare idee, senza necessariamente prendere ispirazione dalle vetrine natalizie, ma semplicemente dalla quotidianità, come le stagioni, i libri, la natura, ecc".
Alla mia domanda su quali fossero i suoi ricordi più significativi legati al periodo natalizio, Patrizia ne ha ricordati due, davvero speciali: "Il primo è legato all'infanzia, avevo 4 anni circa, e conservo il ricordo di uno splendido Natale dal sapore Ottocentesco, arricchito dall'occasione del fidanzamento di mia cugina e da moltissimi parenti, al punto da dover preparare la tavola delle feste nell'ingresso della nostra casa genovese, enorme e incredibilmente imbandita. Per quanto riguarda il secondo, avevo 24 anni, fu un anno caratterizzato da una grande gelata, che impedì ai nostri parenti di raggiungerci: per questo trascorremmo il Natale a casa io e i miei genitori, guardando "Il piccolo lord" e passando una dolcissima giornata".
Insomma, abbiamo appurato che il Natale trascende il significato prettamente religioso, e anche quello consumistico, fortunatamente: il Natale è condivisione, calore, voglia di stare insieme alle persone care.
Infine, concludiamo questa nostra chiacchierata con una piccola curiosità letteraria: sapete quando comparve il primo albero di Natale nella storia della letteratura? Ne "I dolori del giovane Werther" di Goethe, dove l'atmosfera natalizia contribuiva alla malinconia del tormentato protagonista.
A questo punto non resta che augurarvi buone feste, e non lasciatevi sfuggire questo libello a tutto Natale!!! ;)
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