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mercoledì 23 marzo 2016

#libri: Incubi e poi l'amore, Federica Leone




Manuela è un'adolescente sempre in bilico tra il bisogno di sentirsi accettata e e la voglia (ri)trovare se stessa, una ragazza come tante, dolce e ribelle al tempo stesso, alle prese con la scuola, le rivalità, le liti e i dissapori tipici di quei 17 anni tanto agognati quanto difficili da vivere e da superare incolumi.
   Inizialmente uniformata alla massa, Manuela riuscirà ad uscirne grazie a Michele, il solitario della classe, il secchione che tutti evitano, un animo puro (che si rivelerà anche decisamente brillante e disinvolto, contro ogni aspettativa) che si nasconde dietro un paio di spessi occhiali di vista, un brutto anatroccolo pronto a trasformarsi in cigno.




Per chi ancora non la conoscesse, Manuela è la protagonista di una storia d'amore piccola, semplice, pura, quella narrata dalla giovane Federica Leone, alessandrina trapiantata a Londra, nel suo romanzo d'esordio, "Incubi e poi l'amore".
 
Un libro che narra, con toni delicati e al contempo estremamente realistici, tutta la fenomenologia dell'innamoramento, che porta a galla l'emozione che soltanto il primo amore, quello più giovanile, fatto di passione, scoperta, voglia di esplorare se stessi attraverso l'altro, sia spiritualmente che fisicamente, sa donare, una storia breve ma intensa che rievoca, anche nel lettore più coriaceo, ricordi dolceamari ma comunque intensi. 

Lo stile narrativo è ancora acerbo, ma comunque vivido, immediato, adatto ad esprimere il cromatismo emotivo dell'opera: i dialoghi risultano realistici e coinvolgenti, i personaggi ben caratterizzati, la trama basata non tanto sul meccanismo di azione/reazione quanto sull'interiorità dei protagonisti, al punto da poter essere assimilato ad un romanzo di formazione, dove la protagonista subisce un'evoluzione favorita dall'amore, che la riavvicina anche alla famiglia nonostante il costante bisogno di libertà, indipendenza ed individualità. 

Unica nota, manca l'approfondimento sull'origine degli incubi che, inizialmente, affliggono la protagonista, incubi che figurano anche nel titolo, che poi si dissolvono grazie alla presenza di una figura forte e protettiva come quella di Michele.
   Insomma, si tratta chiaramente di una metafora atta ad indicare il miglioramento e la stabilizzazione sentimentale della giovane adolescente, tuttavia un maggior approfondimento sarebbe stato indubbiamente interessante, fattore che comunque non pregiudica il valore complessivo dell'opera.

Nel complesso un buon esordio, due personaggi interessanti che, a parer mio, potrebbero tornare in un futuro sequel, magari più maturi, consapevoli e alle prese con le difficoltà di una vita nell'intricato "mondo degli adulti", ma senza spezzare l'empatia e l'atmosfera suggestiva iniziale.

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