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mercoledì 6 aprile 2016

#film: Lo stagista inaspettato, Nancy Meyers







Faccio una premessa: solitamente detesto abbastanza le classiche commedie americane, al cinema rido solo ed esclusivamente se mi fanno il solletico (salvo rarissimi e documentati casi) e l'ironia spiccia, più che farmi ridere, mi deprime profondamente.
   Ho guardato con queste amabili premesse "Lo stagista inaspettato", della regista statunitense Nancy Meyers e, contrariamente ad ogni aspettativa, ne sono rimasta piacevolmente sorpresa.






Quella che poteva essere una commedia senile, tutta giocata sul trionfo dei buoni sentimenti e sul patetismo gratuito, è invece sfociata in una storia dolce ma al tempo stesso realistica, profondamente umana, che dove un De Niro in splendida forma interpreta un uomo in là con gli anni che decide di rimettersi in gioco e provare ad intraprendere una nuova attività, uno stagista un po' stagionato, insomma.
   Un personaggio che, da solo, riesce a porre l’attenzione sui cambiamenti intervenuti negli ultimi decenni attraverso il confronto generazionale tra un elegante e perspicace settantenne e i suoi nuovi colleghi di lavoro, trentenni ipertecnologici ma privi di stile.
   Attraverso le vicende dei personaggi il film ripercorre le evoluzioni della nostra società, ormai in preda dell’era della tecnologia digitale, caratterizzata dalla ricerca di informazioni su google e da una notevole povertà di sentimenti ed emozioni.

Per quanto riguarda il cast, anche la Hathaway merita un plauso particolare, perfetta nell'interpretare una donna contemporanea, sempre in guerra tra il suo ruolo di mamma e quello di donna in carriera, divorata dai sensi di colpa per aver affidato la gestione della casa al marito, un personaggio che non può permettersi nemmeno un momento di debolezza, chiuso com'è all'interno di una corazza che ha dovuto costruirsi con le sue mani per non soccombere in una società di sciacalli.
   Perché diciamolo, se sei donna, le difficoltà nel mondo del lavoro sono doppie, e se sei intelligente sono pure triple, anche nel 2016. 

Insomma, nel complesso una commedia leggera senza troppe pretese, che non vuol farci la morale ma che ci dona numerose riflessioni e anche un messaggio assolutamente positivo: la voglia di vivere non ci deve mai abbandonare, nemmeno a 70 anni o più, nonostante le avversità che il destino ci mette davanti.


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