"La cassetta è una scusa. Una buona scusa che ha fatto affilare la penna a scrittori che flirtano con la musica e giornalisti musicali la cui scrittura emana odore letterario. Questi tredici racconti abbarbicati nella narrativa, nell’introspezione e nella bio-fiction ci dicono tante cose. Ce le urlano in faccia con l’urgenza di un giovane punk senza un domani e ce le sussurrano all’orecchio alla maniera di un crooner attempato. Tutti ci ricordano, quasi ammonendoci, che la traccia lasciata dalle cassette nelle sinapsi delle generazioni precedenti ai nativi digitali ancora fruscia e si srotola".
Quanti ricordi si possono legare a un oggetto? Innumerevoli, specialmente se l'oggetto in questione è diventato, negli anni, un oggetto di culto, vintage al punto giusto, un vero e proprio feticcio generazionale al pari della coperta di Linus o del Volkswagen Westfalia degli anni Settanta.
Di che cosa stiamo parlando? Ma della musicassetta, ça va sans dire, compagna fedele di ragazzi e ragazze dalla metà degli anni Sessanta all'inizio del XXI secolo, colei che, tra tutti i meriti che annovera nella sua lunga carriera, ha fornito anche il pretesto per la nascita del libro “Andare in cascetta” (A Morte Libri, 2015), tredici microracconti rock (e non) che spaziano dalla narrativa alla biofiction, dal noir all'ironia più pungente, raccolti in un “analogico” libretto in 300 copie numerate a mano.
Un volumetto decisamente artigianale curato da Maximiliano Bianchi e Manuel Graziani sotto l'egida di A Morte Libri; un nome assolutamente equivoco, che in realtà è semplicemente l’anagramma di Teramo, la città dalla quale è partita l’iniziativa.
Per quanto riguarda gli autori, i fantastici tredici “andati in cascetta” sono giornalisti musicali e scrittori che non temono di mostrare il proprio amore viscerale per la musica: Maurizio Blatto, Maximiliano Bianchi, Matteo Di Giulio, Carlo Cannella, Gianni Miraglia, Simone Lucciola, Manuel Graziani, Andrea Bentivoglio, Vittorio Bongiorno, Ricky Russo, Maurizio Di Fazio, Andrea Valentini e Gianni Solla, i pasionari della musicassetta.
Di pregio anche i disegni della copertina, firmati da Fabrizio Sannicandro.
Come sottolineato più volte dai curatori stessi, la cassetta è sostanzialmente una scusa, un'ottima scusa, che ha scosso dal torpore l'universo del racconto per portare una ventata di freschezza, originalità e anticonformismo all'interno di questo genere mai scontato, così difficile da rendere appetibile per il lettore.
Un fattore certo, che si percepisce fin dalle prime pagine, ma soprattutto dallo stile narrativo di questo volume: veloce, incalzante, a tratti riflessivo, sporco, istintivo, dialettale, volutamente scorretto, l'esatto contrario del politically correct, superbamente osceno, anomalo, ironico, pungente, dissacrante q.b., mai banale.
Un libro mignon, dedicato a tutti coloro che difendono la musica con le unghie e con i denti dalla dilagante e travolgente commercializzazione odierna, una scintilla esplosiva lontana dalle astute mosse di marketing delle grandi case editrici.
Ma che poi, alla fine, che vorrà ben dire “andare in cascetta”? Letteralmente, si tratta della classica cassetta di legno utilizzata per contenere e trasportare la frutta. In senso figurato, quello che più ci interessa, indica quel particolare atteggiamento mentale che assale tutti, prima o poi, nel corso della vita, quel misto di irritazione e rifiuto della realtà delle cose, un bisogno insopprimibile di indispettirsi, adirarsi, irritarsi oltre misura.
"Questo articolo è apparso il 03/11/2015 sulla rivista online Paper Street. Per gentile concessione."
http://www.paperstreet.it/cs/leggi/andare-in-cascetta-maximiliano-bianchi-manuel-graziani.html
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