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giovedì 12 novembre 2015

#film: Snoopy & Friends, il film dei Peanuts

Premetto che questa NON sarà una recensione oggettiva, contrariamente a quanto vi ho proposto fino ad oggi. 
   No, questa sarà una recensione accecata dall'amore per le noccioline, per quei Peanuts che mi accompagnano da 26 anni, donandomi un sorriso e un pensiero positivo pressoché quotidianamente.

Quando, lo scorso anno, ho saputo che sarebbe uscito nelle sale cinematografiche un lungometraggio dedicato al piccolo, grande mondo nato dalla fantasia di quel geniale poeta che fu Charles M. Schulz, devo dire che le mie reazioni sono state contrastanti: da un lato l'attesa, simile a quella di un bimbo di 5 anni la notte di Natale, un'attesa emozionata e spasmodica, che da adulti si prova ben raramente.
   Dall'altro, il timore di una delusione cocente, come sempre quando si va a toccare ciò che più amiamo, fin dalla più tenera età.

Devo dire che, appena ho visto i primi fotogrammi del film, mi sono dovuta ricredere, e i miei timori si sono sciolti come neve al sole. Standing ovation per il regista, Steve Martino, che è riuscito a rendere alla perfezione, sul grande schermo e con la tecnica del digitale, tutta la poesia e la bellezza di questi personaggi, conservandone anche il tratto grafico distintivo, al punto da faticare a distinguere le immagini sullo schermo da quelle sulla carta stampata (bellissimo il confronto tra le due versioni, durante lo scorrimento dei titoli di coda). Nessuna esasperata modernità, niente di gratuito o fuori luogo.

In effetti, il fatto che il film sia nato da un'idea del figlio di Charles M. Schulz, Craig, e che sia stato scritto da quest'ultimo e da Bryan, il nipote di Charles, poteva costituire, già di per sé, una garanzia, ma io sono come San Tommaso, si sa: ho dovuto toccare con mano, e non sono rimasta affatto scottata, anzi.

Ma arriviamo a parlare del film: innanzitutto, dal punto di vista prettamente visivo, la pellicola è un qualcosa di bellissimo, Bello, oggettivamente (stavolta posso dirlo!) bello, dai colori alla grafica, fino alle ambientazioni (una su tutte il paesaggio innevato, sarà che io sono una fanatica del Natale...).
   Spettacolari anche le espressioni "piatte" dipinte sul volto di Charlie, Snoopy e amici, che ricordano in toto l'opera di Schulz, come il fatto che i pensieri dei personaggi siano "a fumetti", racchiusi dalle classiche "nuvolette", o ancora che, di tanto in tanto, si affaccino sulla scena onomatopee e altri segni grafici tipici del mondo dei comics, come il volo tratteggiato di Woodstock.


Anche la caratterizzazione dei personaggi stessi è magistrale, e a suo modo rassicurante: Charlie Brown è sempre timido e pasticcione all'inverosimile, Snoopy sempre ossessionato dal Barone Rosso, Lucy inviperita q.b., Sally innamorata, Linus filosofo in erba, e via così.
   E non sono rimasta poi così sconvolta, come è accaduto a molti altri utenti del web, nel rendermi conto che, finalmente, dopo più di 50 anni, la ragazzina dai capelli rossi ha un volto.
   Era ora, sono più di vent'anni che voglio vederla in faccia, questa fantomatica ragazzina, e volete mettere la soddisfazione di vedere un Charlie Brown che, preso il coraggio a quattro mani, finalmente riesce a rivolgere la parola alla sua amata, ricambiato? La più grande rivincita dei nerd, non c'è che dire, un momento epico nella storia del fumetto.
 
Perché, in fondo, non c'è frase più vera di quella, detta e stradetta, che asserisce che "Charlie Brown è tutti noi".
   E proprio per questo la semplicità malinconica e tenera dei Peanuts riesce a coinvolgerci così profondamente, riesce a trasmettere, a pelle, l'euforia di un brachetto dotato di una fervida immaginazione, l'insicurezza di un ragazzino innamorato, la finta prepotenza di una bambina un po' spavalda, l'intelligenza sproporzionata di un bimbo che, nei momenti di indecisione, si attacca alla sua coperta, morbido scudo protettivo, e attende con fiducia l'arrivo del Grande Cocomero.


Fatto sta che (avrò dei problemi, ma in fondo chi non ne ha?) sono uscita dal cinema con un sorriso stampato sulla faccia, e gli occhi lucidi dalla commozione, perché vedere Snoopy e tutti gli altri "vivi", animati, proprio di fronte a me, mi ha fatto uno strano effetto: è stato come ritrovare "in carne e ossa" un vecchio amico di penna, la concretizzazione di un legame affettivo che mi unisce alle pagine di quello che, per me, è IL fumetto, in un film che sprizza amore per i Peanuts e Schulz da tutti i pori, esattamente come l'avrei voluto se avessi potuto girarlo io stessa, e infarcito di tutte le citazioni più belle e significative delle strisce dagli anni Cinquanta al Duemila (non manca proprio nulla, compreso il banchetto di consulenza psicologica di Lucy e l'incubo del lancio della palla da rugby alla quale la stessa Lucy sottopone quotidianamente il povero Charlie Brown, gli aquiloni di Charlie Brown continuano a non volare e i capolavori letterari di dubbio gusto scritti da Snoopy iniziano sempre con "Era una notte buia e tempestosa..."...).

E ora lancio un appello: VI PREGO, REALIZZATE UNA SERIE TV, ALMENO IN 10 STAGIONI, SONO GIà IN PIENA CRISI DI ASTINENZA DA PEANUTS!

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