A tutte le donne, Alda Merini
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.
Voglio commemorare così, con le toccanti e veritiere parole di una delle più grandi poetesse della storia della letteratura nazionale (e non solo), questo 25 novembre, data simbolica per ricordare tutte le vittime della violenza perpetrata contro le donne.
Un messaggio che dovrebbe arrivare dritto al cuore ogni giorno, al di là delle date prestabilite, e che voglio lanciare specialmente alle ragazze più giovani, che mi spaventano un po': infatti, guardandomi intorno, ho come l'impressione che, troppo spesso, manchi il rispetto di se stesse, del proprio corpo, dei propri sentimenti come della propria sessualità.
Ci si svende al miglior offerente, pensando di ottenere chissà quali privilegi, l'idea di esser grandi, adulte, emancipate, contemporanee o semplicemente sexy e attraenti, ma non è così.
Perché la violenza sulle donne non è soltanto lo schiaffo in pieno volto o il perpetrarsi di minacce o atteggiamenti da stalker, no.
La violenza sulle donne nasce anche dalle più piccole cose, dalla volontà di azzerarsi per compiacere un uomo, di sottomettere la propria volontà a quella di un'altra persona che finge di amarci, la violenza sta in un no che ci viene detto soltanto per il gusto di infliggerci una delusione.
Basta poco, davvero poco, per entrare in un tunnel di rassegnazione, a entrare in quel pericoloso mood che ci fa dire "Massì, tanto sono tutti così, non soltanto il mio", ma sappiamo benissimo che non è vero.
Nel 2015 abbiamo tutti gli strumenti per venirne fuori, per imparare ad amarci, a rispettarci, a ribellarci, a prendere le nostre decisioni in totale autonomia, perché se non lo facciamo noi per prime, chi può farlo altrimenti?
Impariamo a leggere quei campanelli d'allarme che facciamo di tutto per ignorare, non accontentiamoci di un uomo solo perché pensiamo di non avere la legittimazione di fare le nostre scelte da sole, e ricordiamoci che non apparteniamo a nessuno, soltanto a noi stesse.
Non vanifichiamo decenni di lotta contro il pregiudizio, la paura, l'ignoranza e la discriminazione, cerchiamo di non tornare indietro, ma di guardare sempre avanti, a testa alta, senza timori.
Ci hanno attaccato addosso etichette scomode, ci hanno violentate nel corpo e nell'anima, ci hanno accusate di ogni peccato fin dall'origine della vita e della storia, ma noi andiamo avanti.
Madri, figlie, genitrici, amanti, lavoratrici instancabili, insomma, DONNE.
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