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martedì 8 dicembre 2015

#Natale: luci, colori, ricordi d'infanzia e profumo di neve



Se siete di quelli che "Il Natale è solo shabby chic, un rametto dentro una boccia e via, l'addobbo minimal è pronto", allora non leggete questo post, non è pane per i vostri denti. Sarò poco oggettiva, sarò assolutamente di parte e testardamente categorica come al solito, ma per me il Natale è luce, colore a profusione, allegria, opulenza, e non parlo di soldi (di quelli pochetti, mannaggia la pupazza!), ma di addobbi e decorazioni che, a mio modesto parere, non bastano mai, a costo di sembrare pacchiana o eccessivamente vistosa.


Da sempre, a casa mia, Natale vuol dire tutto questo: già ai primi di dicembre non resistiamo alla tentazione di andare a recuperare gli scatoloni sparsi tra soffitta, cantina e garage, aprirli tutti insieme (cane compreso), e ogni anni veniamo meno alla promessa fatta solennemente il Natale precedente, ovvero: "Questa è l'ultima pallina che compro, giuro, non ce ne stanno proprio più".
 


A furia di ripetere questa frase, anno dopo anno, l'albero è gradualmente sparito, inghiottito dalla quantità impressionante di addobbi, angioletti, le classiche palline, quelle in vetro che vengono trattate come vere e proprie reliquie, pupazzetti di neve e piccoli, dolcissimi Babbi Natale, ed è rimasta una piramide di luce che, ad ogni sguardo, ci scalda il cuore e infonde quell'atmosfera magica che solo il Natale sa donare.

Detto da una che, con la religione, non ha esattamente un rapporto idilliaco, può sembrare insensato, addirittura contraddittorio, e forse è vero.
   Ma lo ammetto senza problemi, io del Natale amo il significato, a prescindere dalla connotazione religiosa: amo la gioia di quest'atmosfera festosa, amo il ritrovarsi con la famiglia davanti a una tavola imbandita, amo lo scambio reciproco dei doni, un momento emozionante e carico di aspettative nel tentativo di stupire e rendere felice la persona che abbiamo di fronte, amo il profumo, amo lo stare insieme a giocare a tombola, l'arrivo di Gesù Bambino e Babbo Natale, ai quali il mio fratellino crede ancora, e che aiuta a mantenere inalterata la magia della notte del 24, amo il calendario dell'avvento con un piccolo pensiero ogni giorno, gli abbracci, i baci, i biscotti al pan di zenzero e i giretti per i mercatini della zona.

Insomma, il Natale mi emoziona ancora, e mi fanno un tristezza incredibile tutti coloro che attendono con ansia la fine delle feste, quelli che sbaraccano gli addobbi il giorno dell'Epifania, tanto per togliersi il fastidio, quei maledetti centri commerciali che ci rubano l'atmosfera natalizia addobbando le loro vetrine ad ottobre ed eliminando qualsiasi traccia festiva ancor prima del fatidico 25.

Lasciatemi essere per nulla obiettiva, per una volta: non mi venite a dire che un rametto secco e anche un po' stitico, una pigna rachitica, mezza pallina bio-eco-sostenibile-biodegradabile-e-chi-più-ne-ha-più-ne-metta vi fanno sentire a casa, dai, non ci credo.
   Diciamo che sono più comodi, ci vuole meno a farli e poi anche a disfarli ma, spesso e volentieri, proprio nun se possono guardà.

E allora, ecco qual è la mia concezione di "addobbo natalizio", dopo tutto questo spiegone non potevo non darvene una prova tangibile! ;)



















2 commenti:

  1. Ahahahaha!!! Ma ce l'hai con me 😆 ...leggi qui: http://ultimissimedallorto.blogspot.it/2015/12/un-mini-abete-ed-e-subito-natale.html?spref=fb&m=1

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  2. Ahah, lo sai che ti adoro su tutta la linea, ma sul Natale non transigo! !😉😘❤

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