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mercoledì 5 agosto 2015

#film:Pet Sematary, il cimitero degli animali

Nonostante io sia un'accanita lettrice dall'età di 5 anni, devo dire che i libri di Stephen King non mi hanno mai attratta particolarmente; non che non mi piaccia, in fondo ho letto soltanto "La metà oscura" e "La zona morta", ma semplicemente ho sempre dato priorità ad altre autori.

Per ovviare in minima parte a questa grave lacuna, ieri ho deciso di buttarmi su un film tratto da un libro di King, "Pet Sematary, Il cimitero degli animali". Un titolo che, da animalista convinta, un po' mi turbava, temevo in scene violente nei confronti di povere e innocenti bestiole, invece tutt'altro.


La trama vede al centro della vicenda la famigliola di un giovane medico, costretta a trasferirsi in un paesino sperduto in mezzo alla campagna del Maine a causa di un trasferimento improvviso di Louis, il protagonista principale.
   Fin qui tutto bene, mamma, papà, i due figlioletti e il gattino di famiglia abitano in una grande casa circondata dal verde, con un vicino di casa tanto amabile quanto vagamente inquietante (ma si sa, in questi film è sempre così).
   Tuttavia, la casa nasconde un mistero: un sentiero che conduce dritto al cimitero degli animali, un'area dove vengono sepolti tutti gli animaletti quotidianamente investiti dai camion che circolano sulla strada che taglia a metà il paese, proprio di fronte alla casa in questione.
   Nulla di strano, direte voi. E invece no.
Perché poco più in là si trova un altro cimitero chiamato Micmac, un luogo di culto indiano in grado di riportare in vita i morti, ma sotto sembianze alterate, come creature maledette simili a zombie, assetati di sangue ed estremamente violenti.

Il nostro Louis lo scoprirà quando il gatto di famiglia verrà investito e, una volta fatto resuscitare, tornerà molto diverso da com'era in origine.
   Ma finché si tratta di un gatto, ancora ancora.
Ma ovviamente Stephen King non si è fermato qui: ad essere sepolto nel cimitero indiano sarà anche il figlio minore di Louis, Cage, investito da un tir sotto gli occhi dei genitori, in una scena che colpisce lo spettatore con la violenza di un pugno nello stomaco: ovviamente la sequenza non viene mostrata nella sua interezza, ma possiede un forte potere evocativo,

Durante la permanenza presso i suoceri di moglie e figlia, Louis dovrà fronteggiare da solo il ritorno del figlio, ed è qui che il film si divide, lasciandomi combattuta tra due diversi stati d'animo: fin qui suspense a profusione, dramma intenso nella morte del figlio e nella conseguente depressione che attanaglia un'intera famiglia, insomma tutto perfetto.
   In questa seconda metà del film, invece, si è voluto strafare, e di certo la quasi assenza di effetti speciali non ha contribuito a salvare il complesso (in fondo la pellicola è del 1989, è comprensibile).

Infatti le scene di lotta tra padre e figlio sono un po' tragicomiche, si è puntato troppo sul pathos, esagerando, secondo me. Stessa cosa per le scene dove Rachel, moglie di Louis, ricorda gli ultimi giorni di vita della sorella, Zelda, malata di meningite spinale: a dir poco raccapriccianti, il che è sicuramente un bene per un film horror, non c'è che dire, forse le più impressionanti di tutto il film, anche considerando che la violenza delle immagini è unita ad una percezione della malattia davvero forte.

Proseguendo nella storia, i dettagli si fanno sempre più violenti, e le scene finali sono davvero toste: il piccolo Cage, tornato dall'aldilà, ucciderà il vicino di casa (lo ritroviamo e, nonostante l'aspetto poco rassicurante, scopriamo che farà di tutto per aiutare questa famiglia spezzata) e la madre: anche in questo caso non si vede un granché, non si indulge troppo sulla violenza gratuita, ma vedere un bambino di tre anni che si avvicina alla propria mamma impugnando un bisturi è un'immagine che disturba parecchio.

A questo punto Louis, distrutto dal dolore, decide di ritentare l'esperimento, e riporta in vita l'adorata moglie.
   E qui viene il nervoso, come in tutti i film horror: possibile che i protagonisti, immancabilmente, debbano andare nelle case stregate solo di notte con il temporale, rigorosamente da soli?!
   Possibile che debbano sempre fare cose stupide che a nessuna persona normale verrebbero in mente?! Anche qui, ma se non ti è andata bene né con il gatto né con il figlio, possibile che ci devi riprovare con la moglie?! Però, in effetti, se così non fosse stato, non si sarebbe fatto il film.

Com'era prevedibile, l'adorata moglie, dopo un bacio appassionato al marito, lo pugnala alla schiena, e il film termina con una vera e propria carneficina.





Tirando le somme, il film mi è indubbiamente piaciuto, la storia è originale e ben sviluppata, e soprattutto mi ha fatto venire viglia di leggere il libro, che sarà sicuramente meglio del film, come quasi sempre accade.
   Tuttavia, questa distinzione piuttosto percepibile tra prima e seconda parte, tra sottile ansia e degenero totale, lede un po' la qualità della pellicola: si eccede nelle premonizioni e nei dettagli che vogliono shockare lo spettatore ad ogni costo, scivolando un po' nel classico film hollywoodiano e in un finale a tratti kitsch, ma nel complesso godibile.
   Insomma, niente di eccezionale, ma assolutamente consigliato agli amanti del genere.

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