Oggi vi racconto qualcosa sull'esordio letterario di una giovane 23enne napoletana, Simona Carosella, che mi inviato il suo (bel) romanzo per sapere cosa ne penso; ed ecco qui le mie impressioni, buona lettura!
Il beneficio del buio (Homo Scrivens, 2015) è un libro in grado di spiazzare il lettore: dalle prime pagine appare come il classico romanzo adolescenziale, fatto di amori estivi, attrazioni giovanili, tanta leggerezza e luoghi comuni, ma non bisogna lasciarsi ingannare dall'apparenza.
Infatti, proseguendo nella lettura, proprio quei personaggi che, inizialmente, potevano apparire stereotipati e banali subiscono una sorta di evoluzione personale e narrativa, conducendo il libro su ben altri binari.
Dal filone narrativo sentimentale si vira al thriller psicologico vero e proprio: violenza e tensione si alternano in un continuo crescendo, fino all'epilogo e alla scoperta della verità, celata nelle ultime righe del romanzo.
Un inizio lento ma che pone le basi per la vicenda che sarà.
Nell'assolata Campania due ragazze sono legate indissolubilmente da un passato scomodo e difficile: una storia fatta di crudeltà e follia, di cliniche psichiatriche e ricordi annebbiati, ma anche di coraggio e speranza.
Una Napoli molto diversa rispetto alla percezione comune, quella descritta dalla giovane Simona Carosella – ventitreenne autrice partenopea al suo esordio letterario –, una città che, a dispetto dell'apparente, costante allegria che la contraddistingue, nasconde un abisso profondo di silenzio, di non detti, di cecità.
Un'opera corale giovanile, dove i protagonisti sono ben caratterizzati, specialmente nelle loro debolezze, e dove si nota una spaccatura piuttosto netta: gli adulti si rivelano degli inetti, incapaci di fornire una guida e un sostegno ai più giovani che, lasciati a se stessi, devono imparare fin da subito a cavarsela da soli, volenti o nolenti.
Leggendo quest'opera nasce spontaneo il paragone con altri volumi su questa falsariga, uno su tutti Ho ucciso Bambi della giornalista del Tg3 Carla Cucchiarelli, storia di violenza non sui minori ma dei minori, fattore che la rende ancor più agghiacciante; o ancora Il cielo negli occhi di Patrizia Antonacci e Loredana Petrone, che scelgono la forma narrativa della fiaba per raccontare le problematiche legate a questa adolescenza 2.0 così difficile da superare e vivere appieno.
Nel complesso, quello tratteggiato ne Il beneficio del buio è un vero e proprio ritratto del disagio adolescenziale odierno, dove le figure di riferimento vengono meno e i più giovani vengono inghiottiti dalle difficoltà e dalle insidie della vita quotidiana.
Un contesto in cui domina un'effimera sensazione di supremazia sull'altro che lascia soltanto un grande vuoto dentro, proprio come accade ai protagonisti di questo libro, ragazzi che tentano di liberarsi dalle maschere che indossano ogni giorno: “Il beneficio del buio... perché al buio siamo tutti uguali”.
"Questo articolo è apparso il 24/08/2015 sulla rivista online Paper Street. Per gentile concessione."
http://www.paperstreet.it/cs/leggi/il-beneficio-del-buio-simona-carosella.html
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