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lunedì 3 agosto 2015

#viaggi: Camogli, un borgo d'incanto

Camoggi (in italiano Camogli, ma è così che la chiamano i suoi abitanti) è uno dei luoghi più belli e incantati che esistano sulla Madre Terra. 

Ok, ammetto che, forse, potrei essere un po' di parte perché, per questa regione così aspra quanto suggestiva e magica chiamata Liguria, provo un amore che va ben oltre l'immaginabile.



Infatti, per quanto io giri o viaggi in lungo e in largo, il bisogno di ritornare in questi luoghi si fa sempre sentire, è una sorta di richiamo che corre sottopelle e nelle vene, non so se sia per il mare, il fascino dei borghi abbarbicati sulla roccia, il profumo del polpettone e del fritto misto o una combinazione dei vari elementi uniti insieme.


Tutto questo preambolo per accompagnarvi, anche stavolta attraverso immagini (le foto sono tutte scattate da me con la mia fedele Reflex alla mano!) e parole, in un breve percorso per il borgo di pescatori per eccellenza, giusto ieri vestito a festa per accogliere le celebrazioni della Stella Maris. 


A parte l'angoscia iniziale per la strenua ricerca di un parcheggio (armatevi di pazienza, prima o poi lo troverete), appena arrivi a Camogli ti si apre il cuore: le vie sono quelle tipiche dei paesi liguri, una centrale un po' più ampia, e subito un dedalo di caruggi stretti, dove i palazzi antichi sembrano sfiorare le loro cime, in un abbraccio che avvolge il turista e lo lascia senza parole.



Io credo che sia proprio questo senso di raccoglimento a rendere speciali queste viuzze: se voi siete tra quelli che le considerano opprimenti (qualcuno c'è, ebbene sì), sappiate che vi toglierò il saluto prima ancora di avervi conosciuti.



Insomma, dopo una capatina d'obbligo alle bancarelle del centro, è bellissimo inoltrarsi nei vicoli, unico rischio quello di sbucare a casa di qualcuno, ma poco male, il ligure medio non è poi così burbero come viene puntualmente descritto.


Quando passeggiate in un qualsiasi paese della Liguria, sappiate che perdersi è praticamente impossibile: qualsiasi strada in discesa vi condurrà dritti dritti al mare, non si può sbagliare. E anche in questo caso è così: imboccate una delle anguste scalette e vi ritroverete, dopo una cinquantina di gradini, direttamente al porticciolo, dai colori davvero splendidi: un mare blu e profondo, barche di ogni colore, dimensione e tipologia, che dondolano dolcemente ormeggiate alla riva, circondate da una cornice di antichi palazzi dalle facciate dipinte.  






Casomai non si fosse ancora capito, io sono una di quei fieri sostenitori della riscoperta del nostro BelPaese, un gioiello troppo spesso ignorato e maltrattato.
Sarò poco tollerante, ma non sopporto coloro che privilegiano l'estero a tutti i costi, e poi magari non conoscono la propria terra, snobandola soltanto perché a portata di mano.

Abbiamo la fortuna e il privilegio di abitare un Paese che custodisce tesori inestimabili, anche se non ce ne rendiamo abbastanza conto, ormai ci abbiamo fatto l'abitudine.
   Nulla di più sbagliato. 
Non abituiamoci mai alla bellezza, stupiamoci ogni giorno, meravigliamoci ogni istante per ciò che abbiamo ricevuto in dono, e che abbiamo il dovere di proteggere e salvaguardare.



Proseguiamo questo piccolo tour fino alla punta più estrema del borgo che, uscendo dai caruggi, ci porta al suggestivo Castello della Dragonara, chiamato anche Castel Dragone: un forte a guisa di guardiano di Camogli e dei suoi abitanti, in parte distrutto ma che conserva ancora tutta la sua fiera bellezza.



E, dopo questo assaggino, arriviamo al motivo per cui mi è venuta voglia di scrivere qualche riga su Camogli: la celebrazione della Stella Maris, festeggiata ogni prima domenica di agosto, in onore della Madonna protettrice dei marinai, la Stella del Mare appunto, raffigurata anche in un mosaico ritrovato all'interno della Chiesa di San Nicolò di Capodimonte, risalente al 1400. 

La festa si svolge in diversi momenti: al mattino il parroco, sulla prua del Dragun, la barca addobbata a festa che sta in cima alla processione navale, rende omaggio all'altare che si trova sulla spettacolare Punta Chiappa, una processione sul mare che rende questo momento ancora più bello e solenne. 
La sera, poi, è il momento clou: torna il Dragun, illuminato a festa, seguito da canoe e barchette anch'esse luminose, punti luce in mezzo al brillio del mare, un velluto nero cosparso di piccole lanterne che sembrano stelle, fatte galleggiare a pelo dell'acqua dai presenti come messaggio di buon auspicio. 





Il mare e il cielo sembrano invertiti, si mescolano e si dissolvono l'uno nell'altro, in una magia davvero unica, illuminata da un tramonto che, pian piano, lascia il posto alla notte.

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