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mercoledì 28 ottobre 2015

#libri: Churubusco, Andrea Ferraris

Domenica sera la città di Casale Monferrato si è trasformata, almeno per un paio d'ore, in un vecchio villaggio del più profondo Messico, più precisamente Churubusco, affascinante e cruento luogo di frontiera.
   A condurci per mano in questo viaggio, nato nel contesto della rassegna musicale e letteraria “Books and Blues”, giunta alla sua sesta edizione, Andrea Ferraris e Paolo Bonfanti, rispettivamente scrittore/disegnatore e musicista/chitarrista di fama internazionale che, sulle note di ballate mexicane come “Cross the borderline” o “Luz de Luna”, hanno presentato l'ultima graphic novel di Ferraris, intitolata appunto “Churubusco”, un fumetto che racconta una pagina tanto dolorosa quanto sconosciuta della storia americana.



Infatti, se oggi Churubusco è soltanto un quartiere come tanti di Città del Messico, inglobato nella metropoli, nel 1847, anno in cui è ambientato il racconto del fumettista genovese, è stato un vero e proprio quartier generale, ma soprattutto un rifugio, per il Battaglione San Patricio, una brigata internazionale di disertori provenienti perlopiù dall’Irlanda, ma anche da Polonia, Germania, Scozia, Spagna e Italia, ottocento soldati guidati dall'eroico Capitano John Riley, che iniziarono a combattere al fianco dei messicani contro l'esercito statunitense.
   Una storia di due secoli fa ma incredibilmente attuale che, come sottolineato dall'autore stesso, ricorda da vicino le notizie di cronaca sui migranti che ascoltiamo ogni giorno al telegiornale.

Ma com'è nato, nel concreto, questo libro? Perlopiù a Parigi, dove Ferraris si è recato per approfondire i suoi studi storici, specialmente presso l’Istituto di Cultura del Messico, e grazie al'interessamento dell’ambasciatore del Messico a Dublino, che ha messo in contatto l'autore con Paddy Moloney, leader della folk band irlandese The Chieftains (gli stessi che, nel 2010, hanno prodotto un concept album dedicato alle gesta del Battaglione San Patrizio), che ha poi curato la prefazione di “Churubusco”.

Per quanto riguarda l'aspetto prettamente tecnico, le tavole di Andrea Ferraris sono caratterizzate da un tratto deciso, che si indurisce nelle scene più violente e drammatiche, per poi ammorbidirsi in quelle più umane, negli attimi di comunione tra i componenti del battaglione.
   Sfogliando il libro spiccano, per particolarità, alcune tavole dai toni caldi, dalle sfumature brune: merito del caffè, utilizzato come fosse un acquerello, perfetto per rendere la dimensione onirica dell’incubo del protagonista, tecnica già utilizzata da artisti del calibro di Basquait.

Nel complesso un fumetto dove si notano, velatamente, riferimenti a grandi maestri quali Toppi, Pratt, Battaglia, Luzi, atmosfere che ricordano gli albi a tema bellico di origine argentina, sequenze di sapore cinematografico, specialmente nel montaggio, che si avvicinano alle pellicole di Sergio Leone, che si alternano ad elementi assolutamente originali, come le sequenze di dialogo dove, al posto delle parole, troviamo un linguaggio fatto di segni, un richiamo impenetrabile ma chiarissimo alla natura circostante.
   Il paesaggio diventa, infatti, elemento predominante, protagonista esso stesso di lunghe sequenze prive di dialoghi, dove la narrazione è affidata alla magica suggestione del luogo che ha accolto, molti anni fa, questa sparuta ma coraggiosa manciata di eroi.

"Questo articolo è apparso il 26/10/2015 sulla rivista online Paper Street. Per gentile concessione."
http://www.paperstreet.it/cs/leggi/churubusco-andrea-ferraris-una-graphic-novel-che-racconta-una-delle-pagine-pi-dolorose-della-storia-del-messico.html

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