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venerdì 23 ottobre 2015

#libri: "Leggi che ti passa", studio sul rapporto tra lettura e benessere individuale

Leggere un buon libro ci rende più felici

Ho avuto questo sospetto fin, all'incirca, dall'età di quattro anni, quando ho iniziato a farfugliare le prime parole lette sulle pagine dei libri per l'infanzia che ricordo con affetto e un po' di commozione, e ne ho avuto la conferma nell'età adolescenziale quando, alle prime avvisaglie di paturnie giovanili, il metodo "stenditi-e-leggi-un-libro-che-passa-tutto" non ha mai fallito un solo colpo.

Oggi è arrivato anche un autorevole studio universitario, un grande lavoro di ricerca condotto, in occasione del decennale dalla GeMS (Gruppo Editoriale Mauri Spagnol) e presentato a Bookcity Milano 2015, da Cesmer/Università Roma3, un'indagine effettuata su un campione rappresentativo della popolazione italiana.
   Il risultato? Lo studio ha dimostrato, nero su bianco, come i lettori siano mediamente più felici dei non lettori, posseggano più capacità di apprezzare il tempo libero, e siano meglio attrezzati cognitivamente per affrontare le emozioni negative. 


Se volete saperne di più, sappiate che la ricerca verrà presentata al pubblico durante la rassegna culturale Bookcity Milano 2015, presso la Sala Viscontea del Castello Sforzesco, proprio domani, 24 ottobre alle 14.30.
   All’incontro, oltre a Stefano Mauri e Luigi Spagnol dell'omonima casa editrice, interverranno anche Ferruccio de Bortoli (Presidente Longanesi) e Michela Addis (docente presso l’Università Roma 3 e SDA Bocconi School of Management).

Ma andiamo un po' più a fondo: solitamente le periodiche indagini sulla lettura si concentrano, soprattutto, sul numero dei lettori in Italia (peraltro, e tristemente, più basso che nella maggior parte dei paesi occidentali), e sulle sue variazioni, ponendo tutta l'attenzione sull'aspetto quantitativo piuttosto che su quello qualitativo.
   Proprio in questo aspetto la ricerca dell'Università Roma 3 ha del rivoluzionario, analizzando un aspetto davvero inedito fino ad oggi.

Per concludere qualche dato tecnico, decisamente interessante, che ci permette di comprendere i parametri utilizzati in questa ricerca scientifica, che sono:


  • Indice di felicità complessiva, che misura la percezione “soggettiva di appagamento rispetto alla propria vita” (scala suggerita da Veenhoven (2015) e parte del “World Database of Happiness”),
  • Subjective Well-Being - dimensione cognitiva (“Cantril’s Ladder of Life Scale”sviluppata nel 1965 e utilizzata nella World Values Survey e in The Gallup-Healthways Life Evaluation),
  • Subjective Well-Being - dimensione affettiva (scala di Diener e Biswas-Diener del 2009, anch’essa ampiamente utilizzata).

La ricerca è stata condotta con metodo CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) fra il 12 maggio 2015 e il 14 giugno 2015 su un campione composto da 1.100 individui, rappresentativo della popolazione italiana di età almeno pari a 14 anni, e suddiviso in lettori e non lettori.




Quindi, un consiglio: leggete, leggete il più possibile, e invogliate anche i non lettori, ma soprattutto i più piccoli a farlo, con entusiasmo e voglia di sperimentare.  
   In fondo, ci si guadagna anche in salute! ;) 

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