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martedì 24 novembre 2015

#attualità: Roma capoccia, quando l'ironia sconfigge la paura

La Tour Eiffel che precipita nella Senna, le minacce a Papa Francesco, alla nostra splendida Città Eterna al grido di "Prenderemo Roma!",  il terrore e quella che è stata ormai ribattezzata, da tutti i mass media, la "psicosi terrorismo", un altro di quei binomi che ci entreranno in testa come un tarlo: baby squillo, baby prostitute, bomba d'acqua, bomba di neve.
   Ossimori a profusione, anche un po' fastidiosi, alla lunga, ma la stampa è così, spaventosamente tematica, si muove per blocchi, per compartimenti stagni, finché una notizia non fa più audience, e allora sparisce nel nulla, e sotto con la prossima, è una ruota che gira.
   Immagini spaventose, che ci attanagliano in un'angoscia sempre più forte e inesorabile.

Ma, ai titoli di giornale allarmistici e catastrofici, alle maratone televisive e al tam tam ossessivo sul web che assilla milioni di persone ogni giorno, la risposta migliore l'hanno data i romani, con il solito caustico umorismo, gente superba, ironica, gagliarda, che ha saputo rispondere per le rime alle minacce dell'estremismo islamico: "Isis, co le mani quando ve pare", "Se te porti via mi moje, la croce ce l'hai tu a vita", "Nun pijate er raccordo che restate imbottijati", "Tempo mezz'ora diventeno romani e penseno: vabbè ma mo se dovemo mette a tajà capocce? Ma a chi je va... O famo domani", "Ricordateve che nella Ztl s'entra solo dopo le 19", "Ve ce vojo vede coi cammelli co li cammelli sui sampietrini"e, dulcis in fundo, "C'è solo un califfo: Franco", tutte scritte apparse sui muri, cinguettate su Twitter, postate su Facebook, epitaffi lapidari che condannano l'Isis ad una ridicolizzazione che è forse l'arma più efficace.
   Infatti l'eco che è stata data a questa frangia estremista dell'Islam non fa che accrescerne la notorietà e la potenza, andando ad ingrossare le fila di quegli esaltati che raggiungono la Siria per unirsi ad una lotta immotivata e ingiustificata, dettata da follia, ignoranza e violenza, del tutto inaudite.


Quanto ho amato i romani quando ho letto queste scritte, quanto li ho stimati, perché sì, si sono fatti portatori sani di quella che è la vera essenza di noi italiani: gente un po' spaccona, sbruffona e ciarlatana, melodrammatica, provinciale, gente che non ha mai vinto una guerra in vita propria, gente bellicosa a parole, un po' meno nei fatti, gente più portata a fare l'amore piuttosto che la guerra, ma anche gente di cuore, ironica, che sa rinascere dalle proprie ceneri, che ha ancora voglia di scherzare nonostante, guardandosi intorno, venga più voglia di piangere.
   Sarà una sorta di esorcismo della paura, ma funziona: chi l'avrebbe detto di riuscire a farsi una risata parlando proprio di quel terrorismo che sta insanguinando l'Europa?
Insomma, forza Roma,e grazie, per averci donato un sorriso anche quando sembrava impossibile, e per averci dimostrato che, sfoderando un po' di acume e un pizzico di ironia, sappiamo risollevarci e continuare a vivere, nonostante la paura.

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