Etichette

mercoledì 11 novembre 2015

#libri: Le perfezioni provvisorie, Gianrico Carofiglio


"Ha detto qualcuno che gli uomini si dividono nelle categoriedegli intelligenti o dei cretini, e dei pigri o degli intraprendenti, Ci sono i cretini pigri, normalmente irrilevanti e innocui, e ci sono gli intelligenti ambiziosi, cui possono essere assegnati compiti importanti, anche se le più grandi imprese, in tutti i campi vengono quasi sempre realizzate dagli intelligenti pigri. Una cosa però va tenuta a mente: la categoria più pericolosa, da cui ci si possono aspettare i più gravi disastri e da cui bisogna guardarsi con la massima circospezione, è quella dei cretini intraprendenti." 


Ciò che colpisce leggendo un libro come "Le perfezioni provvisorie" di Gianrico Carofiglio è il perfetto equilibrio che caratterizza questo romanzo, a metà tra giallo e introspezione, un'opera profondamente umana, godibile, dove lo stile accattivante e divertente si mescola con una magistrale padronanza della lingua italiana, in grado di esprimere una gamma di sentimenti ed emozioni pressoché infinita.

Protagonista di questo noir è Guido Guerrieri, personaggio decisamente rodato, giunto alla sua quarta avventura guidato dalla penna di Carofiglio: un avvocato che si divide costantemente fra il suo serioso e impegnativo lavoro - condito di un nuovo elegante studio, nuovi collaboratori, una carriera brillante - e la solitudine venata di malinconia delle sue ore private, dove la riflessione/autocommiserazione la fanno da padrone.
 

Antidoti a questa malinconia irrefrenabile, un senso dell'umorismo irriverente che conquista fin dalla prima battuta, l'amore per la musica e i libri, ma soprattutto le surreali e atipiche conversazioni con il sacco da boxe, nel soggiorno di casa, amico e confessore saggio e silente.

Questo capitolo della vita di Guerrieri inizia quando un collega gli propone un incarico insolito: cercare gli elementi per dare nuovo impulso a un'inchiesta di cui la procura si accinge a chiedere l'archiviazione. Manuela, studentessa universitaria a Roma, figlia di una Bari borghese e opulenta, è scomparsa in una stazione ferroviaria, inghiottita nel nulla dopo un fine settimana trascorso in campagna con gli amici, e Guido, pur non essendo un detective, dovrà trovare la soluzione a questo intricato mistero.

Quella che potrebbe apparire come la classica trama da romanzo giallo ci fornisce invece lo spunto per la creazione di un romanzo totalmente incentrato sull'uomo e sull'io personale, in grado di mettere in luce le stranezze che si nascondono dentro le pieghe della banale quotidianità.
   Un'analisi sulle maschere che ciascuno indossa in società, un uomo alla ricerca di se stesso in una Bari fatta di luci (poche) e ombre (tante).
   Flashback, digressioni, pensieri in libertà, divagazioni divertenti e brillanti, specialmente i soliloqui interiori di Guido, esasperato e a tratti frustrato, in una realtà allucinata e schizofrenica che avvicina questo personaggio al lettore, suscitandone la simpatia e una notevole empatia.
   Immancabili anche le citazioni letterarie e musicali, che mostrano una delle tante passioni di uno scrittore multiforme come Carofiglio.
   Ma oltre a questi elementi, apparentemente più leggeri, l'autore sa donarci descrizioni umane profondamente toccanti, come quella dei genitori della ragazza scomparsa, rinchiusi in un inenarrabile dolore, o ancora la dolcezza nella descrizione di un cane abbandonato, salvato dalla strada.

Mi piace concludere con una piccola riflessioni sul titolo: le perfezioni provvisorie, una riflessione splendida e profonda, disarmante nella sua semplicità, che ci fa comprendere come le cose perfette siano davvero quelle che durano un solo istante, quelle lontane dalle certezze, quelle che durano quanto un bacio, un sorriso, uno sguardo di complicità, la nascita di un'idea tanto geniale quanto inaspettata, quelle che spezzano la routine come un fulmine a ciel sereno, proprio come accade alla vita del protagonista.

Nessun commento:

Posta un commento