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martedì 22 settembre 2015

#attualità: Cara Miss ti scrivo...

"Sotto il vestito niente", recitava un film di immane valore culturale di Carlo Vanzina nel lontano 1985, un titolo che, oggi, potrebbe diventare "Sotto la corona niente", e che calza a pennello alla nostra splendida Alice Sabatini, da ieri la più bella d'Italia, cestista, modella, ma soprattutto un pozzo di scienza.




Per carità, finché ha dovuto sfilare in lungo e in largo con il suo costumino, ha fatto la sua porca figura, non c'è che dire, ma galeotto fu il passaggio di microfono davanti alla sua soave bocca; alla domanda "In quale epoca ti sarebbe piaciuto vivere?", un quesito tranquillo, niente affatto insidioso, probabilmente avrebbe risposto senza difficoltà anche un bimbo di 6/7 anni, tirando magari fuori l'era dei dinosauri o quella dei valorosi cavalieri medievali, lei no, ha voluto strafare: "1942, per poter vedere la seconda guerra mondiale dal vivo, tanto il militare non l’avrei fatto perché sono donna".
   Il gelo e, subito dopo, la tempesta, quella sui social, e non solo.
Sì, perché la celebrità si paga, cara Ali, e cara, i social network non perdonano, la televisione e la stampa tanto meno, e men che meno il popolo dei giovani laureati scoglionati (del quale faccio fieramente parte) che, pur essendosi fatti un mazzo tanto, probabilmente ci metteranno 4 anni a guadagnare ciò che tu riuscirai a racimolare in 4 giorni.

La nostra eroina televisiva ha poi tentato di aggiustare goffamente il tiro affermando: "La mia bisnonna c'era e mi racconta spesso di quei tempi. Avrei voluto esserci per capire che cosa si provava. Oggi sembra tutto così scontato..."
   Se se vabbé, siamo tutti capaci a fare gli pseudo-intellettuali a scoppio ritardato.

Ma a me piacerebbe tanto dire una cosa, alla nostra cara Alice: sei sicura che ti sarebbe piaciuto così tanto vivere durante la Seconda Guerra Mondiale? Io non so cosa ti abbia raccontato tua nonna (e se hai preso da lei, non oso immaginarlo...), ma quel poco che mi hanno raccontato i miei, di nonni, a me non è piaciuto per niente, anzi: mi ha fatto ringraziare quel Signore in cui, a ben pensarci, non credo mica tanto, per esser nata quando la guerra era ormai un lontano ricordo.

Perché è vero che, essendo donne, non avremmo partecipato alla guerra, ma ti credi che le nostre nonne e bisnonne se la passassero tanto bene, a casa, cara Alice? A casa, magari con 10 figli da accudire, a fare il lavoro che, prima di partire per il fronte, facevano gli uomini, a spezzarsi la schiena nei campi, a prendere di peso i propri bimbi e a trascinarli via al riparo quando suonava quella maledetta sirena che annunciava i raid aerei, a pregare che il proprio uomo tornasse, se non intero, che sarebbe stato forse chiedere troppa grazia, perlomeno che tornasse, vivo.
   A vivere nell'angoscia, sperando che tutto questo un giorno sarebbe finito, anche quando la speranza diventava qualcosa di effimero ed evanescente.

Pensa, cara Alice, che la mia bisnonna, una donna forte, tosta, che ha cresciuto mia nonna da sola, rimasta vedova giovane, dopo 60 anni dalla fine della guerra, quando sentiva un temporale troppo intenso, o anche solo i fuochi d'artificio, si spaventava, se ne stava chiusa in casa, perché il ricordo dell'orrore di quei giorni era troppo doloroso, ancora troppo vivo nelle persone della sua età, segnate da un trauma che credo fosse impossibile da superare.

Per questo non riesco proprio a giustificare la stupidità della tua affermazione, la leggerezza con la quale l'hai sbattuta in faccia ad una platea attonita, i tuoi 18 anni non bastano a fornirti un alibi, una scusa.
   La legge non ammette ignoranza, nemmeno la legge del web, ricordalo sempre durante la tua futura, sfolgorante carriera nel mondo dello spettacolo.

Ho anche pensato potesse essere una trovata pubblicitaria per fare scalpore, per ridare smalto ad una competizione che ormai l'ha perso del tutto, ma se così fosse, la cosa mi farebbe ancor più schifo: se la nostra miss ha accettato un simile compromesso, cercando la fama ad ogni costo, anche facendo la figura dell'idiota, allora è ancor peggio del previsto, mi rifiuto di crederlo, dai.




Ma forse, in fondo, quella sbagliata sono io, io come migliaia di altre ragazze, che crediamo ancora nel valore della cultura, che cerchiamo di fare qualcosa che vada oltre, che studiamo, guadagniamo una miseria in nome della nostra ambizione di sapere e conoscenza, siamo noi le cretine, in questo mondo che premia soltanto l'ignoranza, la sfacciataggine, un sedere al vento, un'occhiata ammiccante alla persona giusta.

Te lo dico io quale sarebbe la mia epoca perfetta, cara Alice: un ipotetico e forse utopico futuro, quando quelle come te andranno a pulire i cessi in stazione (con tutto il rispetto per chi tira avanti facendo questo mestiere) e quelle come me riusciranno a dimostrare che il mondo ha più bisogno di cervelli funzionanti che di chiappe sode e stacchi di cosce da un metro e venti.

E nel frattempo, un piccolo consiglio per te: torna a casa da tua nonna e fatti spiegare un po' meglio com'era la guerra, che mi sa che non hai capito una cippa, oppure chiedi a un libraio (non mordono, tranquilla) di consigliarti un libro sulla Seconda Guerra Mondiale, sulle storie della Resistenza e dei Partigiani, sulla vita delle nostre donne nelle campagne a quell'epoca, va bene tutto, un saggio della Arendt (no, quello no, non lo capiresti bella stella), un documentario di Piero Angela, il testo di Bella Ciao (no, non è dedicato a te il titolo della canzone, mi spiace...), un libro di storia delle medie, ma leggi, diamine, e la prossima volta pensa, prima di dare aria ai denti.

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