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venerdì 4 settembre 2015

#libri: Fabio Piuzzi, La casa dai muri parlanti

Sì, lo so che vi stresso sempre con la storia che i libri non si comprano soltanto perché hanno una bella copertina che ci ispira un sacco, che occorre informarsi, documentarsi, leggere bene la trama e poi fare un acquisto ponderato e bel oculato.
   Ma il fatto è che, in realtà, predico bene e razzolo non male, malissimo.
Ma dovrete scusarmi: questo libro, "La casa dei muri parlanti" (Morganti, 2015) la copertina, ce l'ha proprio bella, suggestiva, un piccolo angolo della classica casa sinistra e affascinante che comprerei al volo se avessi delle finanze un po' più polpose.

Potete forse darmi torto..?


E poi insomma, le storie misteriose sono sempre le più intriganti, e mi sono lasciata trasportare da quella che sembrava veramente un'ottima storia.
   La trama, in breve, racconta le vicende dei proprietari di Villa Cavour, una dimora storica decisamente sui generis, che sembra avere un'influenza maligna su tutti coloro che vi gravitano attorno.
   Morti violente e apparentemente inspiegabili, suicidi improvvisi e immotivati, e una catena di delitti che sta insanguinando il Friuli, dov'è ambientata la vicenda.
   Un poliziotto alle prese con il caso più spinoso della sua carriera, che chiederà aiuto ad un professore di semiotica e al suo assistente, incaricati di svelare un misterioso affresco che raffigura una scena di violenza efferata.
   Scopriremo poi che la casa è legata all'antico culto di un demone, un angelo caduto dal cielo la cui storia è contenuta nelle scritture apocrife di Enoc, e all'inquietante reliquia chiamata la Maschera del Diavolo.

L'idea di base non è male, forse un po' scontata, considerando il proliferare di questo genere di narrativa specialmente nella letteratura a basso prezzo, tuttavia il libro, dopo alcune pagine, si rivela piuttosto prolisso e lento nell'avvicendarsi dei colpi di scena.
   Eccessiva l'attenzione posta alla trascrizione pedissequa di passaggi evangelici, troppo spazio ad elucubrazioni che, in un libro che comunque non si può definire in alcun modo un romanzo storico, appesantiscono la storia inutilmente.

Il tema della casa stregata ha da sempre un fascino potente sulla psiche e sulla fantasia del lettore, ne sono la prova anche i numerosi film (uno su tutti, "La casa" di Sam Raimi e "L'ultima casa a sinistra" di Wes Craven), e affonda le radici nell'antichità: infatti già nella commedia plautina "Mostellaria" e nel brano "Erat Athenis" di Plinio Il Giovane troviamo tutte le suggestioni di questo genere letterario e cinematografico, elementi che poi saranno ripresi dal Gotico inglese, come del resto anche nel "Philopseudes" di Luciano, una delle storie che servirà d’ispirazione a Goethe per il "Der Zauberlehrling", meglio conosciuto come “L’apprendista stregone”.

Tornando al nostro libro, devo ammettere che, sicuramente, un punto va a favore dell'autore per il notevole lavoro per reperire fonti e leggende che risalgono agli albori del Cristianesimo, tuttavia l'eccessivo simbolismo e la quantità spropositata di aneddoti storici e non rende a tratti difficile la lettura, rallentandone il ritmo.

Non saprei dare un giudizio netto su quest'opera, che contiene spunti positivi ma si rivela carente nello stile narrativo, ma sicuramente la sapienza dei grandi autori di genere, in primis il maestro H.P. Lovecraft, è molto lontana: a voi l'ardua sentenza.


 

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