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martedì 15 settembre 2015

#viaggi: Toscana, terra d'arte, buon vino e calorosa accoglienza






Come vi avevo promesso, ecco un piccolo reportage sul mio breve viaggetto nel cuore della Toscana, più precisamente nella zona del Chianti, una regione davvero meravigliosa in grado di accogliere calorosamente turisti e viaggiatori, che sa offrire le sue bellezze senza risparmiarsi.
   Il nostro tour ha previsto sostanzialmente tre tappe, Siena, Volterra e San Gimignano, un percorso ricco di testimonianze medievali di inestimabile valore, contornato da un paesaggio che toglie il fiato per la sua bellezza.






Partiamo proprio da Siena, indubbiamente una città unica, a cominciare dalla sua piazza: potrà sembrare scontato, ma è effettivamente ciò che colpisce di più qualsiasi visitatore che vi si rechi per la prima volta, per la sua ampiezza e la forma assolutamente inusuale, a conchiglia: posizionandosi al centro, si ha quasi la sensazione di essere abbracciati dagli edifici che vi stanno intorno, con volumi e proporzioni inediti e affascinanti.
   Mi piace vedere questo elemento come una metafora della tipica accoglienza toscana, della quale anche noi abbiamo goduto: un calore che si trova difficilmente altrove e che per me, abituata nel mio (un po') freddo Piemonte, dove la cortesia sfocia spesso, purtroppo, in un senso di distacco e indifferenza, è ancor più piacevole.










Mi concedo una parentesi, un piccolo aneddoto per avvalorare la mia tesi: il primo giorno, all'incirca alle 20.00 di sera, ora di cena, abbiamo deciso di avviarci verso l'agriturismo presso il quale avremmo poi pernottato per depositare i bagagli e darci una rinfrescata ma, ovviamente, il navigatore ci ha letteralmente abbandonati, decidendo di andare in tilt proprio nel momento meno opportuno (la prova che la legge di Murphy, effettivamente, esiste...).







Decidiamo così di telefonare all'oste per chiedere delucidazioni sul percorso e, vedendo il nostro ritardo, quest'ultimo ci propone di cenare direttamente lì, una volta arrivati.
   Al nostro faticoso arrivo, ci siamo trovati davanti piatti fumanti con pasta ripiena fatta in casa, crostoni di pane saporiti e una grigliata degna delle migliori serate estive, con la tavola apparecchiata per sei, io e il mio ragazzo, l'oste, il vicino di casa, vedovo, che ha deciso di trascorrere una cena in compagnia, e le altre due ospiti della struttura, due turiste tedesche decisamente simpatiche.
   Il risultato? Una cena trascorsa a bere Chianti Classico, mangiare come se non ci fosse un domani e discorrere allegramente in italiano, inglese maccheronico e un tedesco "a modo nostro".
   Il modo migliore per iniziare la vacanza, sentendosi a casa.



Tornando alla visita a Siena, imperdibili i biglietti cumulativi che, con una cifra piuttosto modesta (in media sui 12 euro), permettono di godersi le principali bellezze cittadine, tra cui la cattedrale, il battistero, il vicino oratorio e il Palazzo Comunale, che ospita una ben fornita pinacoteca (con il celeberrimo affresco raffigurante gli Effetti del Buono e del Cattivo Governo in città e nel contado di Ambrogio Lorenzetti).


E proprio una menzione speciale merita il duomo, la cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta, un mix magnifico di romanico e gotico italiano, una delle chiese più belle che abbiamo nel nostro Paese a mio modesto parere: volumi geometrici che si innalzano verso l'alto fino a toccare il cielo, contrapposizioni stilistiche affascinanti e pavimenti incredibilmente intarsiati, che costituiscono un unicum nel proprio genere. Da non perdere anche la chicca che si trova all'interno della cattedrale, la libreria Piccolomini, perfettamente conservata.
   Ma, oltre alle principali attrattive turistiche, se andate a Siena perdetevi nei suoi vicoletti suggestivi, inoltratevi nel dedalo di vie e piazzette che si snodano lungo tutto il centro storico, assaporatene appieno la bellezza e l'antico fascino, e vedrete che non ve ne pentirete.








Il secondo giorno abbiamo deciso di visitare Volterra, un borgo medievale che conserva, inalterato, tutto il suo fascino: un luogo autentico, che si offre al turista in tutta la sua verità, senza aver subito il classico processo di commercializzazione che troppo spesso avviene in luoghi del genere (mi viene subito in mente Grazzano Visconti che, pur meritando assolutamente una visita, ha acquisito negli anni un aspetto un po' troppo "patinato").
   Botteghe tipiche, gli immancabili laboratori di artigiani che lavorano l'alabastro, splendida pietra simbolo della città, scorsi suggestivi sulle colline del Chianti e sulle balze, una conformazione del terreno particolarissima che lo rende dolce e ondulato, dalle calde sfumature dei colori della terra, e molto altro.
   Interessanti anche i principali musei cittadini, fra cui non posso non citare il Museo Guarnacci, che conserva grandissime quantità di reperti archeologici di età etrusca , ma che tuttavia mi ha lasciato un po' di amaro in bocca; infatti, tralasciando per un istante l'innegabile valore del suo contenuto, ciò che infastidisce è la generale sensazione di trasandato, di "lasciato andare", di vecchio che lo contraddistingue, ed è un vero peccato considerando che, altrove, verrebbe valorizzato a dovere (all'estero lo presentebbero in pompa magna, ma questa è un'altra storia...).
   Oltre al Palazzo Comunale, che comprende anch'esso opere interessanti e, in questo periodo, ospita una mostra curata da Vittorio Sgarbi su Rosso Fiorentino, ovviamente non può mancare una visita al macabro Museo della Tortura, adatto soltanto a chi non si lascia suggestionare dall'idea dell'abisso di crudeltà che ha caratterizzato la storia dell'umanità dall'antichità fino ai giorni nostri.    Una raccolta di terrificanti strumenti esposti non per il gusto del truculento, ma in quanto testimonianza storica di forte impatto, una sorta di monito per le generazioni future.
   Anche in questo caso, oltre a lustravi gli occhi con le bellezza locali, ricordate che anche lo stomaco vuole la sua parte: non avrete che l'imbarazzo della scelta fra selvaggina (pappardelle con sughi di lepre, cinghiale, arrosti e spezzatini), la classica fiorentina, pasta fatta in casa, funghi porcini e i pregiatissimi tartufi locali.



Abbiamo concluso il nostro breve ma intenso tour con lo splendido borgo di San Gimignano, la città delle Torri, che si presenta come un insieme di pietra, campanili e torrioni abbarbicati su un'alta collina, cinta da mura e percorsa da tortuose stradine fatte di ciottoli, tra continue salite e ripide discese.
 
Bellissima la piazza della Cisterna e quella antistante il Duomo, nonostante il perenne e abbondante afflusso di turisti che ne precludono un po' l'ampia visione, ma una piccola nota dolente devo proprio sottolinearla: l'eccessiva presenza dei classici negozietti acchiappa-turisti, che vendono gingilli di ogni genere a prezzi esorbitanti.
   Nonostante questo, si tratta comunque di un luogo magico, dove il tempo sembra essersi fermato, e che conserva luoghi di grande interesse storico e artistico, quali la Spezieria di Santa Fina, il Museo Archeologico e quello di Arte Contemporanea, il Palazzo Comunale e la visita sulla cima delle torri, riservate a chi non soffre di vertigini.
   Una nota culinaria: San Gimignano è la città dello zafferano, quindi il consiglio è quello di sbizzarrirsi nel provare le decine di ricette realizzate con questo prezioso ingrediente, dalle zuppe ai dolci, come panna cotta e gelati davvero prelibati.




Insomma, tirando le somme una vacanza davvero splendida, una terra meravigliosa da visitare in ogni stagione dell'anno, in grado di affascinare, divertire e allo stesso tempo donare a chiunque la voglia scoprire pace e benessere, con una sola raccomandazione: se soffrite l'auto munitevi di pastiglie, braccialetti omeopatici, sacchetti o qualsiasi altro metodo utilizziate solitamente, perché tra una collina e l'altra avrete modo di assaporare tutta la passione di questi luoghi (intesa in senso biblico, non romantico, s'intende...)!

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