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martedì 29 settembre 2015

#libri: Natale Spineto, "La festa"

"Che cos'è una festa?" Questo l'interrogativo, il leit motif della serata conclusiva del Festival culturale di Oltregiogo Letteratura, che si è svolta domenica sera nella sala consiliare del comune di Grondona e ha visto protagonista il Professor Natale Spineto, Ordinario di Storia delle Religioni presso l'Università di Torino, esperto in Scienze delle religioni e tematiche quali il mito e la religione greca classica.




Per quanto riguarda il Festival dell'Oltregiogo, si tratta di una manifestazione culturale di ampio respiro, organizzata da svariati enti locali fra i quali l'Associazione culturale Lettere e Arti, che ogni anno presenta volumi di autori noti a livello internazionale, e che quest'anno ha scelto un tema accattivante, "Libri, cibo per lo spirito", con un chiaro e attuale riferimento ad Expo Milano 2015.    Ad ulteriore riprova che l'area che comprende basso Piemonte ed entroterra ligure si pone come una realtà estremamente attiva e dinamica, specialmente dal punto di vista culturale.

La serata di domenica, organizzata per presentare il nuovo volume dell'accademico, intitolato appunto “La festa” (Laterza, 2015), si è svolta come un'intervista, un dialogo a due tra la sottoscritta e il professore, un momento culturale che ha saputo coinvolgere anche il pubblico presente, un momento di grande cultura ma che ha lasciato spazio anche a risate e momenti divertenti, a riprova che anche un saggio può diventare una lettura piacevole e per nulla pesante.

Per quanto riguarda l'ultima fatica del docente arquatese, si tratta di un saggio estremamente approfondito ma altrettanto godibile, adatto ad un pubblico anche di “non addetti ai lavori”, e che contiene un'indagine sulla tematica delle feste analizzata da svariati punti di vista, antropologico, storico, religioso, civile e non solo.
   Un libro che si apre con la descrizione di un fatto di cronaca, un incidente avvenuto durante un rave party, evento atto a dimostrare che il concetto di festa è ampio, fluido, eterogeneo, al punto da comprendere due esempi agli antipodi: il già citato rave e l'incoronazione della Regina Elisabetta.

Leggendo le pagine di “La festa” comprendiamo appieno la difficoltà di operare una classificazione in questo ambito, e l'estrema varietà che comprende numerose “categorie”: feste religiose, popolari, tradizionali ma non religiose, legate a ricorrenze storiche o ad atti eroici di personaggi del passato e non solo, sagre, feste laiche, civili o prettamente commerciali.
   Fondamentale anche l'aspetto turistico, che ci mostra come spesso le feste vengano incoraggiate per favorire l'afflusso dei visitatori in determinate località.

Un altro punto importante, e particolarmente attuale alla luce della crescente immigrazione che caratterizza il nostro Paese, è il concetto di festa in correlazione agli stranieri, agli emigranti in generale: la festa, tradizionale, religiosa o civile che sia, spinge il migrante a fare ritorno al proprio Paese natìo, e assume una forte connotazione affettiva e personale. In questo osserviamo come, anche nella società 2.0, resti forte il senso di communitas, di radicamento.

Nella festa è fondamentale anche l'idea di continuità nel tempo unita, specialmente nelle feste popolari, alla dimensione locale e a quella identitaria, che fonde insieme tradizione e senso di partecipazione collettiva. 
   Un dialogo di quasi due ore, che sono volate via grazie alla notevole capacità dell'autore di interessare il pubblico senza mai annoiarlo. 
   Insomma, un mondo decisamente eterogeneo e affascinante, trattato con piglio scientifico ma che non disdegna i riferimenti alla quotidianità, al mondo della televisione, del fumetto e del mondo giovanile, passando da illustri studiosi e letterati ai Simpson e ai Peanuts di Charles Schultz.





E poi, volete mettere sentir parlare di rave party un Professore universitario di questo livello?  
   Impagabile, specialmente per chi, come me, ha finito da appena un paio d'anni l'università, e troppo spesso ha visto salire in cattedra insegnanti demotivati, ancorati al passato in maniera ostinata e testarda, senza tentare di comprendere e avvicinarsi alla realtà dei propri studenti e di un mondo in costante movimento ed evoluzione, positiva o negativa che sia.

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