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giovedì 17 settembre 2015

#libri: Daria Bignardi, Non vi lascerò orfani


Devo ammettere che, stupidamente, nutrivo qualche pregiudizio nei confronti di Daria Bignardi, per questo ho atteso tanto prima di leggere un suo libro (che poi sono diventati due, divorati nel giro di una decina di giorni scarsi): sarà per questa sua apparente freddezza, per il distacco che assume specialmente sul piccolo schermo, l'ironia un po' pungente che spesso l'ho sentita usare, tutti elementi che me l'avevano resa poco simpatica.

   Ma, dopo aver letto qualche pagina di "Non vi lascerò orfani", mi sono dovuta immediatamente ricredere: un'autobiografia semplice e schietta, che alterna momenti esilaranti ad altri che emozionano e commuovono profondamente, e che spingono ad una riflessione sui rapporti familiari e sui sentimenti che troppo spesso celiamo.


Anche lo stile narrativo rispecchia la semplicità di questa autrice: molti stilemi e modi di dire presi direttamente dal parlato, termini dialettali che conferiscono ulteriore autenticità alla narrazione, frasi dal costrutto breve e diretto, assolutamente incisivo, quasi un dialogo tra scrittrice e lettore.


Il rimorso di non esser stata presente allo spirare della madre tanto amata, il ricordo delle cene in famiglia, le emozioni nel raccontare episodi di vita quotidiana apparentemente banali, ma che banali non sono mai, tutti fattori incredibilmente umani, narrati senza sovrastrutture né inutili voli pindarici, ma come farebbe una figlia innamorata della propria famiglia.

L'intero libro ruota attorno ad una figura principale, forte e contraddittoria al tempo stesso, la madre di Daria, con la quale coltiva un rapporto indissolubile e spesso conflittuale, un incontro/scontro tra due donne toste, un legame denso di amore e litigate epiche, come accade un po' a tutti noi.

Altra figura portante è quella del padre, un uomo galante e fascinoso, che tuttavia viene quasi "inglobato" dalla presenza predominante di una donna, una "matrona" che guida la sua famiglia come il capitano di una nave in mezzo alla tempesta.
   La Bignardi si sofferma particolarmente sul legame fra i suoi genitori, raccontandolo al lettore a partire dal primo incontro, in tempi di guerra, sotto i bombardamenti, quando esplose una passione travolgente che durò fino alla morte prematura del padre dell'autrice.
   Un racconto corale che comprende un'infinita di altri personaggi minori nel libro ma non nella vita della scrittrice, dalla sorella Donatella, complice e migliore amica di Daria, al gatto Micione, "quasi un fratello", nel fermo immagine di lui sdraiato sul televisore con la coda a coprire lo schermo, e ancora i figli, da proteggere, custodire ma anche lasciare liberi di sbagliare e affrontare la vita a modo proprio, e un marito adorato, i nonni repubblicani e i parenti fascisti, i luoghi magici di una Ferrara senza tempo, un contesto emiliano che diventa dolcissimo luogo della memoria, soprattutto dopo il trasferimento di Daria nella caotica e frenetica Milano.


Tutti cammeo, frammenti di memoria che riconducono ad un unico filo conduttore, il rapporto difficile ed eterno tra una madre e una figlia che diventa paradigma universale di tutte le donne, due figure femminili che apparentemente hanno lasciato qualcosa in sospeso fra loro, incomprensioni mai svelate ma che, invece, si sono amate di un amore che solo chi è stata figlia e madre allo stesso tempo può capire.

Una madre ingenua, che ha sempre diviso il mondo in buoni d'animo ed egoisti, e una figlia che sembra avere rimpianti per non aver detto o fatto quel qualcosa che rimane sempre in sospeso quando un genitore se ne va, una figlia che non poteva stare un giorno senza sentirla al telefono, una figlia che ha avuto un solo, grande rimpianto, quello di non aver salutato per l'ultima volta il suo punto di riferimento: “L’ho mancata per mezz’ora, dopo che per tutta la vita non l’avevo lasciata mai”.

"Non vi lascerò orfani" è un libro che parla sostanzialmente della morte, ma lo fa con una dolcezza che la rende più umana e sopportabile, una morte che è il giusto compimento di una vita intensa, amata, sofferta, vissuta fino all'ultimo istante.

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