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martedì 8 settembre 2015

... Storia di individualità, capelli corvini e perle di saggezza ...

Oggi ho deciso di parlarvi un po' di me, d'altronde, se leggete questo blog, saltuariamente dovrete anche sorbirvi qualcosa su colei che vi racconta di libri, film e viaggi vari.
   Vi parlo di me ma credo di potermi eleggere a portavoce universale del genere femminile, di quel genere femminile che si è fortemente stufato di sentirsi dire, ad ogni cambio di look, "Un nuovo taglio/colore di capelli, ti sarai mica fatta l'amante?" oppure, al povero malcapitato fidanzato, "Attenzione eh, che quando le donne cambiano modo di vestire/trucco/colore di capelli è brutto segno!".



Ma basta!!! Possibile che, nel 2015, siamo ancora così attaccati a questi stupidi stereotipi, che vogliono che una donna scelga di apportare un cambiamento nella propria vita, per piccolo che sia, solamente in funziona di qualcun altro, nello specifico un uomo?
   Io ho deciso di tingere i miei capelli (biondi, al naturale) di nero, un esperimento casalingo piuttosto riuscito che tuttavia non credo rifarò (lo stacco di colore un po' mi ha shockato, lo ammetto), ma che comunque mi andava di fare, e per me stessa soltanto.

Fino a qualche anno fa mai mi sarei azzardata a lanciarmi su un cambiamento fisico così importante, il massimo che potevo concedermi erano un po' di colpi di sole di un tono di biondo più chiaro, il top della trasgressione tricologica.
   Ma oggi, a 26 anni suonati, sono passata dal biondo al ramato, dal ramato al rosso fuoco, dal rosso fuoco al mogano, e dal mogano al nero (e non mi sono ancora crollati i capelli, il che mi sembra già più che positivo).
   Perché l'ho fatto? Non per accalappiare un nuovo esemplare di maschio Alpha (ne ho già uno di moroso, basta e avanza!), né per fare la femme fatale, ma soltanto perché, negli anni, ho acquisito una sicurezza in me stessa che fino a un po' di tempo fa non avrei nemmeno immaginato.

Questo non perché abbia compiuto imprese epiche, salvato il mondo o portato la pace su questo maldestro pianeta, ma semplicemente perché, guardandomi indietro, mi sono resa conto di non esser mai venuta meno ai miei principi e ai miei ideali, costruendomi una vita semplice ma che mi rende felice, circondata da affetti concreti, da persone importanti, quelle "poche ma buone" che ciascuno di noi dovrebbe avere, con una miriade di piccoli lavori che mi danno comunque tanta soddisfazione - anche se a volte butterei tutto all'aria, ma credo sia normale.

Ogni giorno sento donne umiliarsi, idolatrare uomini che le trattano con sufficienza, diventare il satellite che orbita intorno a gente che non vale una cicca, il tutto perché da sole credono di non farcela ad andare avanti, a trovare il proprio posto nel mondo.
   Date retta a una stupida: ce la facciamo tutte, con la consapevolezza dei nostri limiti e dei nostri punti di forza, prima o poi il momento in cui smettiamo di preoccuparci di cosa pensano e dicono gli altri, e impariamo a cercare solo la nostra felicità e quella di chi, accanto a noi, la merita davvero, arriva per tutte noi.

Può sembrare una cosa frivola, ma anche un nuovo colore di capelli può aumentare questa consapevolezza, il fatto di prendersi cura di sé, di affermarsi con una decisione azzardata, di fare quello che, fino a qualche giorno prima, consideravamo una follia.

Alda Merini diceva:

"La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri... E noi abbiamo tanta difficoltà ad essere veri con gli altri. Abbiamo timore di essere fraintesi, di apparire fragili, di finire alla mercé di chi ci sta di fronte. Non ci esponiamo mai. Perché ci manca la forza di essere uomini, quella che ci fa accettare i nostri limiti, che ce li fa comprendere, dandogli senso e trasformandoli in energia, in forza appunto."

Non esiste più sacrosanta verità, perché soltanto liberando la testa e il cuore dai limiti e dai paletti imposti dalla società, dall'abitudine e dal pregiudizio possiamo essere veramente noi stessi.
   Vi sembrerà assurdo tirare fuori una riflessione sull'identità femminile da un semplice cambio di colore dei capelli, ma non è così, perché le rivoluzioni, quelle piccole, interiori, quelle che passano sotto silenzio e non fanno la storia, ma rivoluzionano la quotidianità individuale, si compiono anche grazie a minuscoli, liberatori traguardi.


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